Rossini da Mille e una notte

La regista cinematografica Colinne Serreau ci prova con Rossini. Il suo Barbiere convince e conquista il pubblico di Bastille. Ci metto la loro il direttore Jesus Lopez-Cobos e una troupe di gran livello.

Recensione
classica
Opera Bastille Parigi
Gioachino Rossini
30 Gennaio 2003
Proprio mentre Bastille manda in scena "Il barbiere di Siviglia", nelle sale cinematografiche parigine sbarca "18 anni dopo", il seguito di "Tre uomini e una culla". Nell'uno come nell'altro caso, è Coline Serreau a firmare la regia. Due letture tragico-comiche che mettono in moto riso e riflessione. Solo una coincidenza che in fondo non deve avere fatto male all'opera o meglio agli incassi. Anche se quando è di scena Rossini a Bastille si può, comunque, contare sul "tutto esaurito". E così è stato. La Serreau gioca sulla Spagna arabizzante. La sua Siviglia è una città musulmana in cui le più ferree leggi islamiche sono in vigore: Rosina è velata dalla testa ai piedi e segregata dentro un palazzo dalla classica architettura araba. I cinque quadri della regia sono pure le tappe della liberazione di Rosina, personaggio centrale di questa produzione. Si comincia con l'esterno, davanti ad una torretta all'apparenza inespugnabile e si finisce nell'interno del palazzo: la scena ruota a poco a poco, simboleggiando la progressiva intrusione nella prigione di Rosina e dunque la fuoriuscita dellfieroina. Il lavoro della Serraeau è aiutato dai bei costumi di Elsa Pavanei e dalle scene suggestive di Jean-Marc Stehlé e di Antoine Fontaine. Lanciata essenzialmente dal disco di "arie di Farinelli" diretto da René Jacobs (Harmonia Mundi), il mezzosoprano Vivica Genaux conferma la sua fama di virtuosa, mai in difficoltà con gli ornamenti rossianiani. Peccato che il volume non sia all'altezza dell'agilità. Il tenore americano Bruce Fowler è un conte d'Almaviva di primo ordine anche se non riesce a magnetizzare la scena. Bravissimo Bruno Praticò, sicuramente l'interprete meno opaco della troupe. Vanno almeno ricordati due cantanti in ruoli "minori": Peter Rose e Jeannette Fischer (strepitosa attrice, innanzi tutto). Il navigato Jesus Lopez-Cobos ha condotto la nave al porto con la prodezza di sempre. Purtroppo, come spesso accade con l'opera italiana, l'ottima orchestra di Bastille ha preso la partitura di Rossini con un po' di sufficienza. Ne è risultata una lettura di grande professionalità, ma a tratti segnata dalla routine. Uno spettacolo, comunque, di grande godimento da segnare in agenda per chi è di passaggio a Parigi.

Interpreti: Bruce Fowler, Conte d'Almaviva; Bruno Ptraticò, Bartolo; Vivica Genaux, Rosina; Vassilli Gerello, Figaro; Peter Rose, Basilio; Giorgio Caoduro, Fiorello; Jeannette Fischer, Berta

Regia: Coline Serreau

Scene: Jean-Marci Stehlé e Antoine Fontaine

Costumi: Elsa Pavanel

Orchestra: Orchestra dell'Opéra national de Paris

Direttore: Jesus Lopez-Cobos

Coro: Coro dell'Opéra national de Paris

Maestro Coro: Peter Burian

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.