Nella programmazione lirica promossa a Teramo e provincia dalla Fondazione Tercas, orientata da tre anni ad un ciclo sul teatro musicale comico, non poteva mancare una delle pietre angolari del repertorio: il Barbiere di Siviglia rossiniano visto/ascoltato nel Teatro Comunale di Teramo forniva motivi d'interesse a partire dalla regia, che era la ripresa della prima regia operistica in assoluto di Maurizio Nichetti. Che la difficoltà d'approccio a questo repertorio, per chi proviene da altri generi/media, non sia un luogo comune, è stato confermato dallo spettacolo di Nichetti, che ha avuto alti e bassi. Alcune soluzioni hanno funzionato benissimo, e si sono rivelate esilaranti oltre che calzanti: ad esempio Bartolo che ingaggia una lotta di forza con una quinta americana, mentre Basilio canta "La calunnia", fino ad esserne schiacciato; o una porta scorrevole che scompiglia il dentro/fuori dello spazio scenico, scandito da scene disegnate ed autoreferenziali ad oggetti ed architetture... Accanto a queste soluzioni, però, anche tempi e strutture musicali che sono rimasti un po' sguarniti, ma qui ha supplito la bravura scenica di molti degli interpreti, tra l'altro vocalmente positivi, anche se giovani: Giacinta Nicotra non ha avuto bisogno di caricaturare la sua Rosina, il personaggio che regge veramente le fila della drammaturgia piuttosto che quei pasticcioni degli uomini, ed ha trovato un'ottima misura interpretativa tra istanze comiche e "nobili", in forza anche di una voce pulita, diventata ora solida ed omogenea, ancorché non grandissima. Le stesse qualità sceniche ha dimostrato Daniele Zanfardino (il Conte), che ha gestito benissimo i suoi travestimenti (anche vocali); è vero che ha mostrato qualche disuguaglianza nel passare al falsettone del registro acuto, ma ha cantato sempre con molto gusto e correttezza. Bravissimi, vocalmente e teatralmente, Luciano Di Pasquale (Bartolo), Leonardo Galeazzi (Basilio) e Manuela Formichella (Berta): il primo più caratterizzato come "parlante" del secondo, che ha una qualità vocale notevolmente rotonda ed equilibrata, ma in grado di imprimere sempre alla sua presenza interpretativa un'incisività ed un senso dinamico che, più volte, son sembrate reggere l'intero palco; la Formichella è stata ugualmente assai brava, cantando con voce molto curata e pulita. Gianpiero Ruggeri (Figaro), in un teatro la cui acustica non aiuta particolarmente le voci, sembrava avere la voce più corposa, ma anche la più "grossa": un suo raffinamento e una sua più cesellata timbratura, in prospettiva, è auspicabile, poiché anche in teatri di quell'acustica farla viaggiare non è una pura questione di corpo; tanto più che anche la presenza scenica ne ha a volte sofferto per statuarietà. Completavano il cast più che decorosamente Denver Martin Smith (Fiorello) e Christian Starinieri (un Ufficiale). Orchestra e Coro (preparato da Paolo Speca) della Stagione Lirica Teramana si attivano due volte l'anno per queste sole iniziative: che non siano sempre impeccabili, in lavori noti ma con le loro speciali difficoltà esecutive, lo si comprende; però se la son cavata assai bene, e hanno messo in luce ottime prime parti nei fiati. La direzione di Luciano Acocella non ha forzato la mano, preferendo la leggerezza e l'aplombe, così come un gesto morbido e "a grande gittata" piuttosto che stretto e nervoso, ottenendo complessivamente risultati più che buoni.
Interpreti: Daniele Zanfardino, Luciano Di Pasquale, Giacinta Nicotra, Gianpiero Ruggeri, Leonardo Galeazzi, Denver Martin Smith, Manuela Formichella, Christian Starinieri
Regia: Maurizio Nichetti
Scene: Gabbris Ferrari
Costumi: Gabbris Ferrari
Orchestra: Orchestra della Stagione Lirica Teramana
Direttore: Luciano Acocella
Coro: Coro della Stagione Lirica Teramana
Maestro Coro: Paolo Speca