"Confessions of Zeno" è un lavoro teatral/musicale firmato dal regista sudafricano William Kentridge e dal compositore (sudafricano/irlandese) Kevin Volans, il cui testo è un'estratto da "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo.
In un periodo in cui è sempre più difficile trovare criteri nuovi e sensati per elaborare e proporre teatro e musica, quantomeno da segnalare è la prima esecuzione italiana di "Confessions of Zeno", un lavoro firmato a quattro mani dal regista sudafricano William Kentridge e dal compositore (sudafricano di origine ma oggi irlandese) Kevin Volans, il cui testo pur se rielaborato da Jane Taylor è un estratto da "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo. Questa produzione (che annovera numerosi festival internazionali patrocinanti: da "Documenta" di Kassel, al "Festival d'Automne" di Parigi, al nostro "Festival Roma/Europa" che lo ha presentato al Teatro Valle di Roma) è in realtà un' "opera multimediale", come la definisce giustamente lo stesso Kentridge: la musica dal vivo (il quartetto d'archi "The Sontonga Quartet" e tre notevoli voci liriche) si fonde in continuazione con il teatro (ottimo l'attore Dawid Minnaar, nel ruolo di Zeno), con le splendide marionette che, proiettate su uno schermo, tendono a ricreare una sorta di "teatro delle ombre" e che insieme a filmati dell'epoca storica (primo '900), a disegni e animazioni costruiscono un'ambientazione storica (ma anche onirica) di notevole spessore poetico. Volans è noto soprattutto per due quartetti d'archi composti nella seconda metà degli anni '80 per il Kronos Quartet, in uno stile riconducibile a una specie di minimalismo folclorico e questo suo attuale lavoro ne è chiaramente uno sviluppo: uno stile improntato al folklore sudafricano, ma in grado di rimasticare e elaborare con maggiore complessità temi popolari solo apparentemente semplici. Ma rispetto al lavoro un po' decorativo di Volans, la regia di Kentridge è decisamente più intricata e convincente. Ed è soprattutto grazie ad essa il testo di Svevo esprime una sorprendente modernità: l'insensatezza di una vita grottescamente borghese e bambinesca, l'incapacità del protagonista a migliorarsi e a condividere la propria vita con gli altri, con alle spalle un mondo sull'orlo di una guerra mondiale. Bravi tutti gli interpreti ed esecutori e buon successo finale.
Interpreti: Dawid Minnaar (Zeno); voce Otto Maidi (basso), Lwazi Ncube (soprano), Phumeza Matshikiza (soprano); marionettista Busi Zokufa, Tau Qwelane, Fourie Nyamande, Adrian Kohler, Basil Jones
Regia: William Kentridge
Scene: design marionette William Kentridge; realizzazione marionette Adrian Kohler; scena Adrian Kohler
Costumi: Mathilda Engelbrecht
Orchestra: Quartetto d'archi The Sontonga Quartet (Waldo Alexander, Brian Choveaux, Xandi Van Dijk, Marc Uys); suono Simon Mahoney
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