L'eterno dilemma

"Capriccio" si costruisce su di un intreccio privo di azione difficilmente interpretabile dal punto di vista registico. Ottimo il cast, discreta la prova dell'orchestra. Meritato il successo

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Richard Strauss
30 Maggio 2002
In un'opera come "Capriccio", non a caso sottotitolata "conversazione per musica in un atto", l'intreccio consiste esclusivamente in una interminabile, intensa, articolata, discussione che i protagonisti sviluppano sull'eterna, e ormai consunta, questione della supremazia tra poesia e musica: inutile dire che il tedesco del libretto è stato un grosso ostacolo; arduo, se non impossibile, è stato seguire i serrati scambi di battute. E', inoltre, estremamente difficile conferire un'interpretazione registica ad uno spettacolo sostanzialmente privo di azione, e il rischio di offrire una messinscena statica, fatta di belle statuine in posa, è stato, questa sera, più volte sfiorato, complice anche la ridotta estensione del palcoscenico del Malibran, che imprigiona gli spostamenti su brevi traiettorie. Il testo di Krauss-Strauss si mantiene sullo stesso registro, senza alcuno sviluppo, per la sua quasi totalità. A volte leziosa ed eccessivamente salottiera, la disquisizione prosegue, costruendo un'opera in cui si viene a creare un certo dislivello tra l'altissima qualità della partitura e le tematiche affrontate. Ma poi si arriva a quell'ultima scena, che si staglia imponente su tutte le altre: la conversazione lascia lo spazio al monologo intenso e struggente di Madeleine, la teoresi si scioglie in sentimento e lo spettacolo decolla con una musica semplicemente meravigliosa, perfettamente in sintonia non tanto con le parole, ma con l'intenzione espressiva che le anima (sempre di poesia/musica parla la Contessa). Di altissimo livello l'interpretazione di Camilla Nylund (Contessa), attorniata da una compagnia di cantanti altrettanto validi, tecnicamente solidi. L'orchestra del Teatro La Fenice ha reagito discretamente alle impegnative sollecitazioni offerte dalla partitura di Strauss. Certo, la bacchetta di Karabtchevsky avrebbe dovuto ottenere un suono più corposo e ricco di sfumature, una maggiore cantabilità e un insieme più rigoroso. Ma il successo è stato comunque meritato.

Note: nuovo all.

Interpreti: Waag, Werba, Nylund, Pia, Vermillion, Weber, Smiech, Saudelli

Regia: Tobias Richter

Scene: Maurizio Fercioni

Costumi: Maurizio Fercioni

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Isaac Karabtchevsky

Coro: Coro del Teatro La Fenice

Maestro Coro: Guillaume Tourniaire

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