Una Carmen senza luogo nè tempo

Al suo debutto nella regia lirica con "Carmen", Pappi Corsicato ambienta la vicenda in un non-spazio teatrale: e il pubblico lo becca. Ottima prova di Norah Amsellem, convincono a metà Nadja Michael e Sergej Larin. Trascinante Daniel Oren.

Recensione
classica
Teatro di San Carlo Napoli
George Bizet
09 Dicembre 2000
Nata sotto la buona stella del tutto esaurito da mesi, Carmen ha siglato una chiusura di stagione trionfale al San Carlo di Napoli (che ha prodotto l'allestimento) grazie anche all'attesissimo debutto nella regia lirica di Pappi Corsicato e a Daniel Oren, tra i direttori più amati dai melomani della città. Il direttore israeliano ha saputo trascinare un ensemble in continua crescita interpretativa offrendo una lettura personale della partitura che partisse dall'attenzione alla scrittura orchestrale mobilissima e scattante per arrivare alle calibrate simmetrie tra linea vocale e strumentale. Coro in netto miglioramento (anche se scenicamente c'è ancora molto su cui lavorare) a sostegno di una buona compagnia: Nadja Michael riconferma doti vocali e straordinaria presenza scenica (ma è Carmen?); Sergej Larin è un dignitosissimo Don Josè anche se, troppo spesso, non proprio espressivo; la Micaela di Norah Amsellem affascina e seduce ("la sua voce è uno Stradivari, uno strumento perfetto" dice Oren e noi concordiamo). Che dire dell'Escamillo di Gregg Baker? La voce e il temperamento ci sono ma lo scimmiottamento di Elvis Presley ha avuto effetti esiliranti. Buone le prove delle zingare (Leiten e Jaclin) e dei contrabbandieri (Greenlaw e Gautier), di Moralès (Felix) e Zuniga (Kahn). Spettacolo asciuttissimo, quello di Corsicato, che sceglie di svuotare l'ambiente giocando con una pedana che viene variamente inclinata e coperta di teli colorati simbolicamente (giallo, blu, fucsia) resi luogo dai bellissimi giochi di luce di Pasquale Mari. Le architetture dei movimenti sono sobrie, così come la gestione dei movimenti di scena: la sua Carmen non ha luogo né tempo e questo, forse, è il suo limite e la sua libertà. Assecondano l'impostazione registica i costumi di Ortensia de Francesco e la coreografia di Luciano Cannito. Successo vivissimo con più che un isolato dissenso per la regia.

Interpreti: Michael, Larin, Amsellem, Baker

Regia: Pappi Corsicato

Scene: Sebastiano Romano

Costumi: Ortensia De Francesco

Coreografo: Luciano Cannito

Orchestra: Orchestra del Teatro di San Carlo

Direttore: Daniel Oren

Coro: Coro del Teatro di San Carlo

Maestro Coro: Luigi Petrozziello

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