Abbado riporta Simone in Italia

Trionfale accoglienza a Ferrara del Simon Boccanegra diretto da Abbado

Recensione
classica
Teatro Comunale Ferrara
Giuseppe Verdi
25 Maggio 2001
Rispetto all'edizione di Salisburgo, Pasqua 2000, questa di Ferrara sembrava destinata a essere una specie di versione portatile del Simon Boccanegra abbadiano. Allestimento essenziale - viste le prossime trasferte a Parma, 2 e 4 giugno, e a Bolzano il 7 - e poi organico orchestrale ristretto: la Mahler Chamber invece dei Berliner. Ma non è stato così. Quanto si poteva immaginare di riduttivo è stato ininfluente, anzi. Il merito va principalmente all'esecuzione. Non è certo una sorpresa, dato che Abbado ha per quest'opera un amore particolare, a partire della storica prima scaligera nel 1971. Soprendente è invece l'inedita presenza e materialità del suono. Grazie al direttore, alla giovane e scattante orchestra, all'acustica del Comunale di Ferrara, si è avuta una netta sensazione di contiguità con gli stumenti. Con esiti di assoluta trasparenza, incisività, corporeità difficilmente ascoltabili in un teatro lirico. Tutto ciò ha creato un coinvolgimento degli spettatori, al quale si è aggiunta alla fine del primo atto l'incursione in platea del coro degli insorti, che armati di bastoni hanno letteralmente circondato gli spettatori. La regia di Carl Philip von Maldeghem, già assistente di Peter Stein che firmò la messa in scena salisburghese, non ha grandi invenzioni, ma risulta coerente senza sbavature. Il tutto però è pensato in funzione delle proiezioni video ideate di Luca Scarzella, con la ricorrente inquadratura di una marina, i cupi meandri di un palazzo, un gigantesco astrolabio, una veduta del porto di Genova ripresa da un famoso quadro di Cristoforo de Grassi e via scenografando. Il procedimento risulta efficace - a parte l'aver voluto che il sole sorgesse dal mare, fenomeno a Genova impossibile - meno quando le proiezioni vogliono rappresentare i pensieri o i sogni dei protagonisti. C'e qualche apparizione fantasmatica di troppo, con veli di morte che vanno a disturbare le onde del mare, nel prologo addirittura una Maria a mo' di Madonna. Il cast è di tutto rispetto, con tre nomi già in cartellone a Salisburgo - Kostantinov come Fiesco, Gallo come Paolo, Concetti come Pietro - ai quali si sono aggiunti il bravo Chernov nei panni del protagonista, Marina Mescheriakova come Amelia e La Scola come Gabriele. Alla fine, allo svanire del pianissimo degli archi portato all'estenuazione quasi in un brusio impercettibile, è seguito un lungo silenzio in sala. L'emozione era forte, come se pubblico non riuscisse ad avere la forza di applaudire. Poi un quarto d'ora di ovazioni.

Note: nuovo all.

Interpreti: Chernov, Konstantinov, Mescheriakova, La Scola, Gallo, Concetti, Balzanelli, McCaldin

Regia: Carl Philip von Maldeghem

Scene: Lorenzo Cutuli

Costumi: Lorenzo Cutuli

Orchestra: Mahler Chamber Orchestra

Direttore: Claudio Abbado

Coro: European Festival Chorus; Coro dell'Orchestra sinfonica di Milano "G. Verdi"

Maestro Coro: Winfried Maczewski; Romano Gandolfi

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