L'interessante progetto titolato "Tout Rossini en un acte", rassegna operistica prodotta da I Teatri di Reggio Emilia in collaborazione con il Teatro Borgatti di Cento, ha subìto un avvio certo non fortunato. Infatti, per la prima delle tre serate in cui si articola la rassegna, allestita nell'accogliente Teatro Ariosto, è stata proposta solo la prima parte del programma, costituita dalla farsa giocosa "Il signor Bruschino", mentre "L'occasione fa il ladro" prevista nella seconda sezione della serata, non è stata rappresentata a causa di un incidente subìto dal tenore Massimiliano Barbolini il giorno stesso della recita. Niente sostituto e, quindi, niente "Occasione". La scena, dunque, è stata tutta dedicata a "Il signor Bruschino", in un allestimento che, se all'inizio aveva innescato un moto di perplessità per quel fondale scenografico che ricordava la pittura naïf di Henri Rousseau, unico sfondo contornato da qualche sedia, un paio di piante in vaso (e due vive, rispettivamente Peonia e Ficus) e un pianoforte (scene Caterina Ghisellini), e per l'insistita vocazione alla danza di Floreville, alla fine ha convinto proprio perché è risultata assolutamente divertente. Tutti i personaggi sono stati delineati nettamente dalla regia di Matelda Cappelletti, tutta giocata su profili e movenze da cartoon, assecondata dagli accenni pantomimici marcatamente caricaturali ideati da Maria Paola Cordella. Bella, tra le altre piacevoli trovate, l'idea di rappresentare in scena, molto prima della sua reale apparizione, il vero figlio di Bruschino come un pappagallo in gabbia, e bravo Stuart Patterson a prestarsi al gioco. Ma tutto il gruppo di cantanti impegnati, nel complesso equilibrato, merita un elogio per l'impegno profuso a non prendersi sul serio, pur garantendo una resa vocale sostanzialmente sempre in linea con le esigenze della partitura. E cantare bene simulando passi di danza (Floreville - Vito Martino), o percorrendo in lungo e in largo il palcoscenico (quinte comprese) in bicicletta (Gaudenzio - Maurizio Leoni), ed in genere in altre posture affini non è certo facile. Ma quest'impostazione ha sicuramente giovato alla piacevolezza dello spettacolo, che ha generato momenti di ilarità irresistibile quando Sofia (Myrto Papatanasiu) strapazza in malo modo il povero Bruschino padre (Antonio Marani), mentre recita la dolce aria "Ah donate il caro sposo". Una lettura ironica, dunque, che ha contagiato anche la direzione musicale di Claudio Desderi alla guida dell'Orchestra I Virtuosi Italiani, compagine che si è dimostrata estremamente affidabile e ricettiva nei confronti delle indicazioni che hanno trovato nel dato agogico la migliore incisività. Piacevoli anche gli inserti jazzistici posti in essere dal pianista presente in scena, chiamato ad accompagnare i recitativi, alternandosi all'orchestra, e i vari rimandi musicali dati da frammenti che, di tanto in tanto, rievocavano scherzosamente Mozart, Verdi, ma anche il gospel e così via. Un Signor Bruschino insomma che probabilmente non sarà piaciuto a qualche purista, ma che, senza velleità alcuna, ha saputo divertire il pubblico presente attraverso un'opera pensata, appunto, per far ridere.
Note: Titolo della rassegna: Tout Rossini en un acte
Titoli delle opere: Il signor Bruschino" e "L'occasione fa il ladro"
(21/02), L'inganno felice e La cambiale di matrimonio (22/02), La scala di seta (23/02)
Interpreti: Cantanti dell'Equiper del Teatro Borgatti di Cento (FE) - Progetto Rossini
Regia: Matelda Cappelletti
Scene: Caterina Ghisellini
Costumi: Massimo Poli
Orchestra: I Virtuosi italiani
Direttore: Claudio Desderi