L'oboe dell'8 per mille

Ma perché la Chiesa Cattolica usa il tema di Mission nei suoi spot?

Recensione
oltre
Non sono il primo ad accorgermene e – a quanto pare – la storia non è nuovissima (come mostra il video qui sotto). Ma la recidività giustifica l’argomento: puntuali come la dichiarazione dei redditi, ricompaiono sulla Rai gli spot dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica. La quale in tempo di crisi economica e morale deve “vendersi” al meglio: i nuovi commercials (sono sette, scopro su 8xmille.it) rispettano in tutto e per tutto le regole del marketing televisivo, compreso lo sfruttamento emotivo della musica abbinata alle immagini. È una musica dal sapore mistico e sacro quella che accompagna il ringraziamento per quanto sia stato possibile fare – grazie ai soldi dell’8 per mille – a favore dei terremotati del Perù: è il “Gabriel’s Oboe” di Ennio Morricone, dal film Mission di Roland Joffé, del 1986. Una colonna sonora celeberrima, oggetto privilegiato di studi musicologici sul rapporto musica-immagine (Philip Tagg, tanto per dire, se ne è occupato), per la quale Morricone si ispirò tanto alla musica rinascimentale quanto a quella degli indios. La Chiesa sfrutta a fini commerciali gli stessi meccanismi emotivi attivati nel film, in cui l’evocativo tema crea il primo contatto fra il missionario gesuita Gabriel (Jeremy Irons) e gli indios pagani; la musica è di impatto emotivo talmente forte che chiunque conosca il film non può non ricollegarla ad esso. Certo, il fatto che Mission racconti il massacro delle popolazioni indigene sudamericane tollerato (se non appoggiato) dalla Chiesa per salvare la “ragion di Stato”… mentre la voce fuoricampo ci informa che l’aiuto “nostro”, di noi elargitori di 8 per mille, ha permesso di aiutare il popolo del Perù… Potrebbe essere un errore di marketing? Sarebbe interessante sostituire (a mo’ di esperimento, come fa Tagg nei suoi studi) il tema di Gabriel con l’inquietante tema di tamburi e fiati etnici che segna i momenti più drammatici del film, o con il “Miserere” finale. Giusto per vedere l'effetto che fa sul telespettatore.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

oltre

Le buone intenzioni della direzione artistica e l'impressione di un dialogo con gli altri mondi musicali rimasto incompleto

oltre

A Pesaro la prima nazionale della performance multimediale Kagami, di Ryuchi Sakamoto

oltre

Una sfida alle tradizionali divisioni per generi i nuovi spettacoli di Alessandro Sciarroni, Silvia Gribaudi e Anagoor a OperaEstate di Bassano del Grappa e la Medea secondo Ben Duke alla Biennale Danza