Un piano di risanamento per il Carlo Felice?
Genova: le promesse di Bondi
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Per la crisi del Carlo Felice potrebbe essere questa la settimana decisiva. Venerdì scorso infatti dopo un incontro al Ministero del Lavoro fra i rappresentanti del Consiglio d'amministrazione del teatro genovese e i sindacati nazionali confederali, ha preso corpo la soluzione dei contratti di solidarietà che dovrebbero durare due anni e che potrebbero far risparmiare al teatro circa otto milioni di euro.
L'accordo ha trova un appoggio nelle dichiarazioni del Ministro Bondi che, dopo un colloquio telefonico con il sindaco Marta Vincenzi, ha assicurato la disponibilità a sostenere un piano di risanamento per Genova "a fronte dell'approvazione da parte dei sindacati di provvedimenti di tutele dei dipendenti e dei lavoratori".
Lunedì tornerà a riunirsi il consiglio d'amministrazione e successivamente ci sarà un incontro fra i vertici del Teatro e i rappresentanti sindacali per giungere a una chiusura della vertenza.
Non sarà una trattativa facile. Se infatti Cgil e Cisl hanno da tempo dato la loro disponibilità ad adottare ammortizzatori sociali, gli autonomi si sono sempre opposti a questa soluzione, prospettando alternative che comprendono, ad esempio, la rinuncia all'integrativo. La Fials ha annunciato la convocazione di un'assemblea generale a Genova per prendere posizione, sottolineando come questo sia il primo passo verso l'estensione degli ammortizzatori ad altri teatri che vivono situazioni di sofferenza più o meno analoghe a quella di Genova. Si metterebbe insomma in modo una reazione a catena che potrebbe coinvolgere a breve altre Fondazioni.
Va del resto ricordato che il Carlo Felice si trova in totale mancanza di liquidità per cui sono a rischio gli stipendi fino a fine anno.
E' probabile che si possa andare a referendum tra i lavoratori già nei primi giorni della settimana. Il problema è il tempo. I contratti di solidarietà hanno tempi di applicazione alquanto lunghi. E la crisi del teatro incombe, anche se forse la chiusura della vertenza, offrendo prospettive più rosee, potrebbe spingere qualche istituto di credito a riaprire i cordoni della borsa già per la parte finale del 2010. (r.i.)
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