Torino: prima tappa di Rai NuovaMusica

Madaras sul podio il 28 ottobre

News
classica
Gergely Madaras
Gergely Madaras

Secondo il dizionario Treccani la variazione è :«Nella composizione musicale, modificazione di un pensiero musicale in sé compiuto ottenuta intervenendo sulla melodia, sul ritmo, sull’armonia, sulla strumentazione (ove vi siano più strumenti), sulle combinazioni contrappuntistiche di esso, operando separatamente o no ma in modo tale da consentire la riconoscibilità del tema di partenza; tale procedimento composito ha dato origine alla forma del tema con variazioni, in cui a un tema iniziale solitamente breve e di semplice stesura seguono un certo numero di ripetizioni di esso, variate secondo tali criterî: «Variazioni su un tema di Haydn» di Brahms (op. 56 a); «33 Variazioni su un Valzer di Diabelli» di Beethoven (op. 120), ecc. L’espressione variazioni sul tema di ... è spesso estesa anche a opere letterarie, figurative, ecc». E c'è proprio la Variazione al centro del primo concerto di Rai NuovaMusica, l'appuntamento dedicato alla musica contemporanea dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: il 28 ottobre alle 20,30 all'Auditorium Rai Toscanini di Torino con Gergely Madaras sul podio, il concerto verrà trasmesso in diretta streaming sul portale di Rai Cultura. Dal giorno successivo alla diretta, lo spettacolo sarà visibile su RaiPlay.

I biglietti costano 5 euro e solo 3 per gli under 35. Il programma, intitolato "Schoenberg e la sua eredità dodecafonica" propone: Variazioni per orchestra di Elliott Carter, Variazioni canoniche sulla serie op.41 di Schoenberg di Luigi Nono e le Variazioni per orchestra di Schoenberg. Così sul volume Nono pubblicato dalla EDT Gianmario Borio analizza le Variazioni di Nono:

«Nono esordì ai Ferienkurse di Darmstadt nel 1950 con la sua opera n. 1, le Variazioni canoniche sulla serie dell'op. 41 di Arnold Schoenberg. Il lungo brano per orchestra di archi, percussioni e fiati arricchiti dal particolare timbro del sassofono soprano, che per il suo tono "narrativo" richiama in molti punti lo Sprechgesang dell'Ode a Napoleone di Schoenberg, è suddivisa in quattro sezioni ben distinte: Largo veramente, Andante moderato, Allegro violento, Lento. La serie schoenberghiana viene presentata nella sua interezza solo nel movimento finale (batt. 244 sgg.) dove il sassofono articola un lungo recitativo su un contrappunto degli archi basato sull’inversione trasposta della serie.

A parte questo episodio Nono utilizza solamente frammenti della serie che, divenuti unità semantiche a sé, danno origine a figurazioni autonome. Ma soprattutto il tratto saliente di questa serie, cioè il regolare alternarsi di due unici intervalli – la seconda minore e la terza maggiore – e le molte possibilità di formare triadi maggiori e minori, non viene tenuto in considerazione da Nono. Egli opera piuttosto sui caratteri espressivi dell’originale, ritraducendo in una semanticità propria gli strati di significato creati da Schoenberg. Per esempio il movimento iniziale Largo vagamente, con le sue micromelodie che si insinuano stentando a formare un vero e proprio tessuto musicale, richiama l’inizio grave dell’Ode. Il terzo movimento Allegro violento ripropone attraverso l’inquietante presenza delle percussioni il tema della guerra e del trionfo dell’irrazionale brutalità.

Tuttavia vi è un aspetto fondamentale dell’Ode a Napoleone che viene conservato e potenziato da Nono: la tecnica della variazione. In quest’opera centrale dell’ultima fase di Schoenberg i decorsi seriali rigorosi cedono il passo al principio della "variazione evolventesi" che il musicista viennese aveva studiato in Brahms e Mahler: i motivi principali sono costituiti da cellule intervallari contraddistinte da certe caratteristiche generali ma aperte a continue modificazioni. A questo principio ricorre Nono per costruire trame canoniche che alle volte possono interessare anche elementi minori come un colore, un trillo, una struttura ritmica indipendentemente dalle altezze».

 

Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche

classica

Dal 2027 sarà il nuovo direttore musicale

classica

Era il "papà" del Rossini Opera Festival

classica

A causa dei tagli alla cultura la coppia di sovrintendenti del teatro lancia l’allarme sui rischi per la sopravvivenza del teatro