Scala: l'Affaire Tamponi
I 35 ballerini positivi al secondo controllo erano negativi
Miracolo alla Scala: i 35 ballerini trovati positivi 3 giorni fa sono magicamente risultati positivi a un secondo controllo. Premesso che i tamponi molecolari al Piermarini sono fatti dall'Ospedale Sacco e dall'Humanitas, quindi al di fuori di qualsiasi sospetto d'inadeguatezza o negligenza, gli ultimi risultati hanno aperto alcuni interrogativi. Il 26 febbraio, prima dell'andata in scena del balletto Omaggio a Nureyev, i controlli sui più di settanta ballerini hanno dato un solo risultato positivo (in questa unica occasione è stato usato il tampone rapido, di per sé meno sicuro), il che ha comportato il blocco totale. Dopo due giorni alla ballerina infettata è stato rifatto il tampone molecolare ed è risultato negativo. Più complicata, la situazione tamponi relativa allo Stabat Mater diretto da Myung-Whun Chung lo scorso 5 marzo. Su quattro cantanti due sono risultati positivi, ma rifatti i tamponi due giorni dopo eccoli negativi. Troppo tardi, ormai i due sono stati sostituiti e probabilmente hanno perso altri ingaggi. A questo punto torna in pista l'Omaggio a Nureyev e ai controlli risultano ben trentacinque i positivi. Per verificare eventuali varianti viene rifatto il tampone su dieci soggetti-campione e, sorpresa, tutti risultano negativi. A quel punto si rifanno i tamponi a tutti e di positivo ne rimane uno solo. Resta aperta l'ipotesi che questa positività effimera alla nuova variante del virus sia dovuta alla giovane età dei ballerini, perché alla Scala non ci sono dati che riguardano altri soggetti più anziani. Al momento il dittico di Kurt Weill Die sieben Todsünden e Mahagonny Songspiel, diretto da Riccardo Chailly, in cartellone per il 18 marzo, è quindi confermato, slitta più in là solo di pochi giorni. Ma in tutto questo brancolare nel buio, una è la morale della favola, i teatri hanno più che mai bisogno dei vaccini per poter essere operativi.
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