Molestie a Zurigo
Un servizio della Radiotelevisione svizzera tedesca spiega le ragioni che hanno portato all’allontanamento di Michael Fichtenholz dalla direzione artistica dell’Opernhaus di Zurigo nello scorso gennaio
“Michael Fichtenholz ha deciso di lasciare l’Opera di Zurigo alla fine della stagione 2020/21 dopo tre stagioni di successo. Ci dispiace che Michael lasci questo teatro, ma sosteniamo le sue ambizioni artistiche e gli auguriamo il meglio per il suo futuro.” Con queste parole l’Opernahaus di Zurigo prendeva congedo dal proprio direttore artistico lo scorso gennaio in anticipo sul periodo previsto dal contratto. Si parlò di problemi di Fichtenholz con giovani cantanti dell’ensemble ma l’affare non ebbe molti strascichi nemmeno nella stampa locale.
A riaprire il caso è ora un servizio trasmesso della SFR, la televisione pubblica svizzera di lingua tedesca, che parla apertamente di molestie sessuali alla base dell’interruzione anzitempo dell’incarico di Michael Fichtenholz. Nel servizio viene intervistata una delle vittime, la cui identità non viene rivelata, il quale accusa apertamente Fichtenholz di aver sfruttato il proprio potere sui giovani colleghi professionisti ingaggiati dall’Opernhaus. “Alle feste, si sedeva molto vicino a giovani uomini, a volte sulle loro ginocchia. Diceva loro frasi oscene e a sfondo sessuale. Palpeggiava i giovani colleghi in modo inappropriato, dando loro delle pacche sul sedere quando non si sentiva osservato” sostiene l’intervistato, che aggiunge che Fichtenholz inviava anche messaggi dal contenuto molto personale ai propri dipendenti, superando sempre più i limiti fra sfera professionale e sfera privata. Sempre secondo l’intervistato, quelli che frequentavano abituali delle feste organizzate dal direttore artistici godevano di privilegi professionali, negati a chi rifiutava le sue avances. L’intervistato riconosce all’Opernhaus di aver seguito un approccio corretto nel gestire questa delicata vicenda affidando a un’organizzazione esterna l’indagine interna per definire la veridicità delle accuse proteggendo l’identità delle vittime. Con le dimissioni di Fichetnholz il caso si è risolto: “Siamo stati informati che Fichtenholz se ne stava andando ma senza fare parola sulle circostanze che hanno portato a quelle dimissioni. Dopo tutto, abbiamo messo in moto questa procedura per proteggere altri colleghi da lui.”
Nel servizio della SFR, viene intervistato anche il direttore amministrativo Christian Berner, il quale spiega che “Un licenziamento sommario era fuori questione. C'era solo spazio per un licenziamento per giusta causa. Avevamo anche pensato a una sospensione, ma alla fine abbiamo deciso di non farla.” Quanto al futuro, Jacqueline Fehr, componente del Consiglio di amministrazione del teatro, pensa all’adozione di un “codice di buona condotta” da adottare sul modello di quanto accade nei Paesi Bassi, dove esiste un chiaro insieme di regole per garantire condizioni di lavoro eque nei teatri per poter ricevere sussidi pubblici. Al momento un tale codice non esiste all'Opernhaus di Zurigo, che ogni anno riceve circa 80 milioni di franchi svizzeri (circa 73 milioni di euro) dal cantone della città.
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