L'Opera di Roma apre con Lohengrin
Inaugurazione il 27 novembre dirige Mariotti, regia di Michieletto

Saranno quattordici - due di più che nella precedente stagione - i titoli operistici della stagione 2025-2026 del Teatro dell’Opera di Roma, a cui vanno aggiunti i balletti e i concerti. E saranno diciassette in più le alzate di sipario. Sono numeri importanti ma a molti interesserà soprattutto conoscere i contenuti della stagione, che scandirà il loro prossimo anno di patiti dell’opera. L’hanno presentata il sovrintendente Francesco Giambrone, il direttore artistico Paolo Arcà e i direttori dell’orchestra Michele Mariotti e del corpo di ballo Eleonora Abbagnato, nel corso di una conferenza stampa a cui sono intervenuti anche i rappresentanti del governo, del comune e della regione.
Come sembra ormai obbligatorio, alla stagione è stato dato un titolo, che come tante cose alla moda è assolutamente superfluo: “Doppio sogno”. Dietro questo titolo troviamo una programmazione dall’orizzonte molto ampio, che abbraccia tre secoli, dall’inizio del diciottesimo all’inizio del ventunesimo, e presenta titoli molto noti e popolari, altri meno noti e altri ancora che si rivolgono ad un pubblico più esperto ma possono auspicabilmente stuzzicare anche i novizi. E sempre in esecuzioni che si prospettano di qualità eccellente.
Dopo la pausa estiva, si ricomincia il 10 ottobre 2025 al Teatro Nazionale col dittico formato da Il diario di uno scomparso di Janacek e La voix humaine di Poulenc: Anna Caterina Antonacci e Andrea Bernard saranno rispettivamente la protagonista e il regista di questa “tragedia lirica in un atto” del compositore francese. Un altro dittico intitolato Stabat Mater, diverso ma altrettanto interessante, andrà in scena dal 26 ottobre nella suggestiva cornice delle Terme di Diocleziano (non di Caracalla!): le musiche sono di Pergolesi e di Giacinto Scelsi, la direzione di Michele Mariotti e la regia, le scene e i costumi di Romeo Castellucci. Ma l’inaugurazione vera e propria sarà il 27 novembre - ovviamente al Teatro Costanzi - con Lohengrin, che un tempo era popolare ma oggi è diventato un’opera rara. All’Opera manca da ben cinquant’anni e non è mai stato eseguito in lingua originale! Lo dirigerà Mariotti, che farà così il suo debutto in Wagner, e Damiano Michieletto firmerà il nuovo allestimento. Il protagonista sarà Dimitry Korchak (un tempo tenore rossiniano ma il suo repertorio col passare del tempo è molto cambiato) circondato da un nugolo di wagneriani di provenienza britannica, islandese, ucraina, russa e statunitense, senza neppure un tedesco.
Seguendo la tripartizione delle opere in cartellone in tre categorie - suggerita dallo stesso direttore artistico Arcà - tra quelle notissime figura indubbiamente La Bohème (undici recite a partire dal 14 gennaio) diretta da Jader Bignamini con l’allestimento di Davide LIvermore creato nel 2014 alle Terme di Caracalla. Ne saranno interpreti Carolina Lopez Moreno, Desirée Rancatore, Saimir Pirgu, Davide Luciano, Alessio Arduini e Marko Mimica. Il 20 giugno torna La Traviata del 2016 con la regia di Sofia Coppola, i costumi di Valentino Garavani (è infatti nota come “la Traviata di Valentino”) e la direzione di Francesco Ivan Ciampa. Tre saranno sia le Violette (Ermolea Jaho, Nadine Sierra, Ekaterina Bakanova) sia gli Alfredi (ancora Dmitry Korchak, poi Xavier Anduaga e Antonio Poli) sia i Germont (Amartuvshin Enkhbat, Luca Salsi, Misha Kiria): c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Poi si salta a dopo l’estate con Le nozze di Figaro, che il 15 settembre segneranno il debutto assoluto nel mondo dell’opera di Emmanuel Tjeknavorian, un giovane direttore impetuosamente emergente, di origini armene ma nato in Austria e ora direttore dell’Orchestra Sinfonica di Milano. La regia di Claus Guth proviene dal Festival di Salisburgo. In quest’opera mozartiana si alterneranno non tre ma due interpreti per ogni ruolo principale: German Olvera e Markus Werba (il Conte), Roberta Mantegna e Federica Guida (la Contessa), Martina Russomanno e Benedetta Torre (Susanna), Erwin Schrott e Alessio Arduini (Figaro), Elmina Hasan e Cecilia Molinari (Cherubino). Il 9 ottobre va in scena Falstaff in un nuovo allestimento con la regia di Tajana Gürbaca, tedesca di origini turche e slovene. È la prima volta che Michele Mariotti dirige l’ultima opera di Verdi (sta inanellando un debutto dopo l’altro) e il cast questa volta non prevede alternanze: i protagonisti saranno Luca Salsi, George Petean, Maria Agresta, Violeta Urmana, Marina Monzò e YIjie Shi. Infine l’1 novembre una singola recita di Tosca nello storico allestimento scenico della prima assoluta al Costanzi del 14 gennaio 1900: è stata programmata appositamente perché la Rai possa riprenderla e trasmetterla, ma si può scommettere che ci sarà un assalto al botteghino. Dirige Daniel Oren e i protagonisti sono Elena Buratto, Jonathan Tetelman e Luca Salsi.
Passando ai titoli meno popolari o decisamente nuovi e insoliti, il 19 febbraio va in scena Inferno di Lucia Ronchetti, ispirato alla cantica della Commedia di Dante. È la prima assoluta della versione italiana, commissionata dall’Opera alla compositrice romana. Sarà diretta da Tito Ceccherini, specialista della musica contemporanea. Il regista sarà David Hermann, che firmerà anche la straussiana Ariadne auf Naxos, che andrà in scena una decina di giorni dopo (1 marzo) con la direzione di Maxime Pascal. Si passa al 7 aprile per un titolo non raro ma rarissimo, Il trionfo del tempo e del disinganno, non un’opera vera e propria ma un oratorio eseguito in forma scenica. Prosegue dunque, dopo Giulio Cesare, Alcina e La Resurrezione viste e ascoltate negli ultimi due anni, l’esplorazione della produzione di Haendel da parte del teatro romano. Dirigerà Gianluca Capuano e Robert Carsen firmerà la regia (l’allestimento è in collaborazione col Festival di Salisburgo).
Il 28 aprile andrà in scena Roméo et Juliette di Gounod. L’autore è notissimo ma l’opera è sconosciuta, almeno a Roma, dove non è mai stata rappresentata nei centosessanta anni passati dalla prima assoluta. La direzione sarà di Daniel Oren, la regia di Luca De Fusco e i protagonisti saranno Nino Machaidze e Vittorio Grigolo. È una collaborazione col Teatro di Roma, che negli stessi giorni rappresenterà l’omonima tragedia di Shakespeare, sempre con la regia di De Fusco. Il 16 maggio è la volta Tancredi, altra opera rara (almeno fino a non molti anni fa) di un autore popolarissimo. A Roma si ricordano la storica edizione del 1978 con Marilyn Horne e quella del 2004 con Daniela Barcellona. Questa volta il protagonista di questo primo successo di Rossini nel campo dell’opera seria sarà il contraltista Carlo Vistoli, in un nuovo allestimento firmato da Emma Dante, con la direzione di Michele Mariotti, che è un rossiniano doc ma finora non ha mai diretto quest’opera, che verrà presentata col finale tragico scritto per Ferrara.
Accanto al Teatro Costanzi ritorna in funzione il più piccolo Teatro Nazionale, che da qualche anno era sottoutilizzato. Vi saranno rappresentati due brevi opere di Hans Werner Henze (le chiamiamo opere per semplificare ma il compositore tedesco, vissuto per tanti anni a Marino alle porte di Roma, non le ha definite così). Sono La piccola cubana, in prima esecuzione in Italia, e El Cimarron e andranno in scena in giorni contigui tra il 15 e il 21 maggio. Il 21 ottobre sarà la volta della prima assoluta di una commissione della fondazione lirica romana: è La vita nuda di Matteo D’Amico, su libretto di Sandro Cappelletto tratto dagli atti unici L’uomo dal fiore in bocca e Lapatente di Luigi Pirandello. Direzione di Alessandro Cadario e regia di Cecilia Ligorio.
Saranno quattro i concerti. L’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori diretta in quest’occasione da Emmanuel Resche-Caserta eseguirà musiche composte per la corte di Versailles da Lully, Marais e Rameau. Gli altri tre concerti saranno diretti da Mariotti: il primo è intitolato “Visioni d’addio” e presenta due degli estremi capolavori di Richard Strauss (Vier Letzte Lieder) e Schubert (Sinfonia n. 9), mentre gli altri due presenteranno l’ultimo grande capolavoro di Rossini, La petite messe solennelle, la prima volta nella versione con l’orchestra e la seconda volta in quella con due pianoforti e harmonium.
Infine, last but not least, i balletti. Nel periodo natalizio ben quattordici recite del tradizionale Schiaccianoci. A febbraio un altro classico del balletto ottocentesco, La Bayadère. Poi due trittici di balletti moderni e contemporanei, il primo con coreografie di Neumeier, Godani e Millepied, il secondo di Goecke, Robbins e Bausch. Inoltre Sogno d’una notte di mezza estate di Balanchine. Alla Sala Petrassi del Parco della Musica andrà in scena una nuova produzione di Burn, spettacolo di danza ideato da A.J. Weissbard e ispirato al dramma Burn This di Lanford Wilson. Vari altri spettacoli di danza, tra cui una “Serata Preljocai”, andranno in scena al Teatro Nazionale.
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