La Royal Opera House pronta a ripartire

La prima stagione completa dal 2019 riparte in autunno con un Rigoletto diretto da Antonio Pappano e la prima mondiale del balletto The Dante Project con la musica di Thomas Adès e la coreografia di Wayne McGregor

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Covent Garden (Foto Sim Canetty-Clarke)
Covent Garden (Foto Sim Canetty-Clarke)

La Royal Opera House di Londra ha anticipato alcuni dei titoli della prossima stagione, la prima stagione completa dal 2019, prima cioè della lunga chiusura a causa della pandemia. “Dopo un anno turbolento siamo entusiasti di annunciare una serie di produzioni per tutti i gusti nella nostra prima stagione completa dal 2019. – ha detto il direttore Oliver Mears – Da quando abbiamo chiuso le porte un anno fa, abbiamo avuto l’onore di presentare una grande quantità di trasmissioni in digitale al pubblico di tutto il mondo, tuttavia, nulla può sostituire il teatro dal vivo che è mancato a tutti noi negli ultimi 12 mesi.” Riapertura a parte, il 2022 sarà un anno speciale poiché in gennaio si festeggeranno i 75 anni dalla fondazione della Royal Opera company nella sua “casa” di Covent Garden il 14 gennaio 1947, con un programma che sarà annunciato nei prossimi mesi.

Aprirà la nuova stagione lirica in settembre una nuova produzione di Rigoletto firmata da Oliver Mears con Carlos Álvarez, Lisette Oropesa e Liparit Avetisyan. Sul podio dell’Orchestra della Royal Opera House Antonio Pappano, che nel 2022 festeggerà vent’anni alla direzione musicale, la più lunga nella storia del teatro lirico londinese. Nel gennaio 2022 Katie Mitchell curerà la messa in scena dell’oratorio Theodora di Georg Friedrich Händel, assente dal 1750 dal teatro che ne accolse la prima. La direzione è affidata a Harry Bicket e in scena saliranno Joyce DiDonato, Julia Bullock, Ed Lyon, Jakub Józef Orliński e Gyula Orendt. A seguire, con la Jenůfa di Leoš Janáček continua il viaggio nel teatro musicale del compositore moravo. La nuova produzione, che avrà la direzione di Henrik Nánási, sarà firmata da Claus Guth e avrà Asmik Grigorian e Karita Mattila fra i protagonisti. In marzo 2022 dal Teatro Real di Madrid arriva a Londra la nuova produzione di Peter Grimes di Benjamin Britten nella produzione di Deborah Warner con la direzione di Mark Elder e Allan Clayton, Bryn Terfel, John Tomlinson alongside, Maria Bengtsson e Jacques Imbrailo fra i protagonisti. Pappano sarà di nuovo sul podio della Royal Opera House per la nuova produzione di Samson et Dalila di Saint-Saëns firmata da Richard Jones con Elīna Garanča protagonista. In programma anche due rappresentazioni in forma di concerto dell’Attila di Verdi con Speranza Scappucci sul podio.

La scena minore del Linbury Theatre ospiterà la prima mondiale di The Blue Woman di Laura Bowler su un libretto di Laura Lomas con la regia di Katie Mitchell che tratta un soggetto legato alla violenza sulle donne. In cartellone anche il Bajazet di Vivaldi in una coproduzione con la Irish National Opera e la regia di Adele Thomas.

Fra le riprese nel cartellone della nuova stagione, Nabucco con Anna Netrebko, Tosca con Angela Gheorghiu e la direzione di Oksana Lyniv, Madama Butterfly Sonya Yoncheva e Macbeth con Simon Keenlyside protagonista. In programma anche la ripresa de La traviata nella collaudatissima produzione di Richard Eyre con la direzione di Giacomo Sagripanti e ben sei protagoniste in alternanza nelle recite previste, cioè Lisette Oropesa, Ekaterina Bakanova, Anush Hovhannisyan, Pretty Yende, Angel Blue e Hrachuhí Bassénz. Torneranno anche l’Otello di Verdi nella produzione di Keith Warner nell’estate del 2022 con la direzione di Daniele Rustoni e Russell Thomas protagonista accanto a Hrachuhí Bassénz e Christopher Maltmann. Jonas Kaufmann sarà protagonista nella ripresa del classico dittico Cavalleria rusticana e Pagliacci firmato da in Damiano Michieletto.

Fra i programmi del Royal Ballet, spicca The Dante Project coprodotto con l’Opéra national de Paris, la cui prima è prevista in ottobre come parte dei festeggiamenti per i 700 anni della morte del poeta. La musica originale è firmata da Thomas Adès e la coreografia da Wayne McGregor, neodirettore del settore danza della Biennale di Venezia.

 

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