Forlì Open Music nel segno di Debussy
Il 26 e 27 giugno torna a Forlì il festival dedicato ai linguaggi contemporanei curato da Area Sismica
Come forte segnale positivo verso un futuro che tutti ci auguriamo meno complesso della realtà sociale che stiamo vivendo da oltre un anno a causa della pandemia, Area Sismica, costretta a rinunciare alle tradizionali date autunnali, rilancia la quinta edizione di Forlì Open Music all’aperto nella cornice dell’Arena di San Domenico salvaguardando praticamente tutti gli eventi saltati dell’edizione 2020.
– Leggi anche: Forlì Open Music 2019: l’unione fa la forza
Lo fa confermando nei contenuti quella trasversalità, un mix tra coraggio e consapevolezza culturale, che ha sempre caratterizzato le programmazioni negli anni. D’Istante la parola d’ordine di quest’anno che parte da un punto fermo, assolutamente condivisibile: il riconoscimento del compositore francese Claude Debussy quale padre della modernità, tra gli inventori della musica d’oggi. Su questa scelta identitaria gli artisti ospiti omaggeranno Debussy proponendo sue opere diverse mischiandole spregiudicatamente con la contemporaneità, potremo quindi verificare sul campo quanto tutti debbano qualcosa al genio francese.
Forlì Open Music si aprirà sabato 26 giugno con un duo di grande talento e impatto sonoro unico: il violoncello di Francesco Dillon e il pianoforte di Emanuele Torquati. Da anni riconosciuti a livello internazionale tra i maggiori esecutori di opere contemporanee a Forlì i due presenteranno un programma molto stuzzicante: di Giacinto Scelsi To the Master, di Jacob TV May This Bliss Never End, per chiudere con una perla del 1915 Sonate pour violoncelle et piano di Debussy.
Seguirà la performance imperdibile di Manuel Zurria, tra i flautisti più visionari, avventuroso sperimentatore della scena musicale. Tra minimalismi ed elettronica, forte di collaborazioni di assoluto prestigio, Part, Cage, Andriessen, Scodanibbio, Sciarrino per fare solo alcuni nomi, presenterà a Forlì un’attesa prima assoluta Mantras1 di Riccardo Nova. Seguirà Klano Sutartine n.7 del lituano Ricardas Kabelis per chiudere con il noto brano per flauto solo Syrinx del 1913 di Debussy.
Sempre il 26, un set che si preannuncia di notevole fascino: il pianoforte di Fabrizio Ottaviucci. Un vero poeta della tastiera che riesce a convogliare nello strumento le emozioni forti di repertori più svariati, che sia un brano seriale, o minimalista o dodecafonico Ottaviucci incanta sempre per capacità introspettiva e profondità di lettura. A Forlì presenterà un programma di improvvisazioni. Chiude la prima serata di Forlì Oper Music 2021 un altro improvvisatore che si muove da anni con grande successo tra elettronica ed elettroacustica: Elio Martusciello, radicale alchimista di suoni e forme tra live-electronics, composizione acusmatica, istallazioni multimediali.
La seconda serata di domenica 27 giugno a l’Arena di San Domenico si preannuncia altrettanto coinvolgente. Apre Enrico Malatesta percussionista, sperimentatore e ricercatore di notevole personalità. Le sue performance non solo coinvolgono sul piano sonoro ma anche su quello visivo, il gesto, il corpo al servizio di una ricerca rigorosa e sorprendente. A Forlì presenterà in prima assoluta Melody di Michael Pisaru-Liu brano a lui dedicato. Seguirà uno dei pianisti più apprezzati e pluripremiati del panorama contemporaneo: Ciro Longobardi. Studioso e divulgatore dei nuovi linguaggi musicali, raffinato interprete, il pianista presenterà un repertorio tanto strepitoso quanto impegnativo: …sofferte onde serene…di Luigi Nono, L’Alouette Lulu dal catalogo di musica ornitologica di Olivier Messiaen. Come omaggio a Debussy Longobardi sceglie Estampes (1903), tre pezzi che raccontano viaggi che il compositore francese avrebbe voluto intraprendere.
Si cambia completamente scenario con il Sideral Saxophone Quartet (Gianpaolo Antongirolami sax soprano, Michele Selva sax alto, Michele Bianchini sax tenore, Daniele Berdini sax baritono) quattro ance spericolate che si confronteranno con due composizioni di un altro grande della musica contemporanea italiana Stefano Scodanibbio, Plaza (in prima assoluta) e Lucida Sidera. Come proprio omaggio a Debussy la formazione sceglie il primo movimento Animé et très décidé del Quartetto Opera 10 (1893). Tutto da scoprire.
Chiude la quinta edizione di Forlì Open Music ancora un piano solo di grande prestigio, quello di Alexander Hawkins. Il pianista inglese è uno tra gli esponenti più dinamici e versatili del jazz europeo. Titolare di formazione proprie, collaboratore dei gruppi di Louis Moholo, della band Mulatu Astatke, affianca regolarmente un caposcuola dell’improvvisazione radicale come Evan Parker, insomma ci si aspetta da lui un concerto finale all’altezza di un festival che, nonostante le problematiche del periodo, vuol affermare una linea rigorosa, uno sguardo aperto sulla musica d’oggi.
La quinta edizione di Forlì Open Music è organizzata da Area Sismica in collaborazione con il Comune di Forlì, i Musei di San Domenico e il sostegno della Regione Emilia Romagna, del MIBAC e della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì.
La partecipazione agli spettacoli si svolgerà con ingresso gratuito e in sicurezza nel totale rispetto delle normative e dei protocolli anti-Covid vigenti al momento dell’evento.
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