Bondi si è dimesso

Conferma delle dimissioni del Ministro per i beni e le attività culturali, manifestazione Cgil il 5 davanti al Colosseo; tutta S.Cecilia solidale con il dimissionario Cagli, Consulta dello Spettacolo bloccata...

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Dopo la vicenda della mozione di sfiducia parlamentare, superata con il sostegno della maggioranza di Governo, il Ministro Bondi (nella foto), che nel Milleproroghe è riuscito a racimolare per lo spettacolo dal vivo soltanto 24 milioni di euri, ha replicato il 2 marzo al "Giornale", con una lettera al direttore, al feroce editoriale di ieri di Marcello Veneziani: «Egregio direttore, constato che dalla sinistra alla de­stra di Marcello Veneziani la sod­disfazione per le mie dimissioni è unanime. Stiano sereni, presto li accontenterò... La decisione di dimettermi è innanzi­tutto una piena e consapevole scelta di vita maturata in secondo luogo dalle difficoltà incon­trate. Ho accettato l'incarico di ministro della Cultura per­ché convinto che su questo terreno si giocava una parti­ta importante se non decisi­va dell'identità del centro­destra e della sua capacità di dialogare con tutti gli uo­mini di cultura. In questo ruolo posso avere fatto degli errori, ma ho realizzato delle riforme im­portanti e ho imposto una linea alternati­va, in senso compiutamente liberale e riformatore, alla politica culturale della sinistra. Purtroppo in que­sto sforzo non sono stato so­stenuto con la necessaria consapevolezza dalla stes­sa maggioranza di governo e da quei colleghi che avreb­bero potuto imprimere in­sieme a me una svolta nel modo di concepire il rap­porto fra stato e cultura in Italia... E questo mancato so­stegno è avvenuto oltretut­to nel momento in cui mi sono trovato più in difficoltà, a seguito del crollo di un muro in cemento a Pompei e più colpito dalle iniziative della sinistra, fino alla presentazione di una mozione di sfidu­cia individuale nei miei confronti, pur non avendo io mai scaricato su altri la responsabilità della mancanza di fondi, che pure è stata l'accusa più frequente rivoltami dalla sinistra. Le vicende del decreto Milleproroghe hanno ulteriormente evidenziato la mia incapacità d mantenere fede agli impe­gni che avevo preso, e nel richiedere al­meno un minimo di coerenza nell'ambi­to dei provvedimenti riguardanti la cul­tura. Anche per queste ragioni sono giunto ad una deliberazione definitiva. Il presi­dente Berlusconi, che non finirò mai di ringraziare anche per avermi scelto qua­le membro del suo governo nel 2008, sa della mia decisione di lasciare il ministe­ro e affronterà la questione non appena sarà possibile».
In una intervista a "Repubblica" del 3 marzo, Bondi conferma di aver già presentato le sue dimissioni nelle mani del Presidente del Consiglio Berlusconi, precisando: «La mia condotta di governo non si è mai fondata sulla richiesta di maggiori fondi, bensì di riforme strutturali nell'ambito di una cultura che in Italia si regge solo sul ruolo dello Stato»
Nel frattempo si stanno moltiplicando le iniziative di protesta estrema per la situazione estrema del mondo della musica e dello spettacolo: il 5 marzo davanti al Colosseo manifestazione Cgil "Contro i tagli alla cultura e per dare dignità al lavoro", con la segretaria generale Susanna Camusso.
L'Agis continua a richiedere il ripristino del Fus a 470 milioni di euri.
Tutto il personale del'Accademia Nazionale di Santa Cecilia si è dichiarato solidale con il sovrintendente Bruno Cagli, dimissionario al prossimo c.d.a convocato d'urgenza, «poiché non intende in alcun modo farsi complice di questa dismissione culturale».
I componenti della Consulta dello Spettacolo (sigle sindacali e di categoria) avevano deciso di non partecipare alla riunione convocata al Ministero l'1 marzo scorso, provocando per protesta ritardi nella azione ministeriale di distribuzione dei fondi.

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