su il sipario per una ancestrale meditazione parsifalica, essenziale, epigrammatica, che inclina a est dell'Oriente, all'India, al buddhismo, e che innesta quanto di più totale, dopo Wagner, aveva progettato Skrjabin con il suo incompiuto "Mysterium": quei corpi ignudi, femminili e maschili, cosparsi di terra secca griagiastra, colti in atti velatamente orgiastici nel castello di Klingsor, che fanno corolla al gruppo di fanciulle in un lussureggiante, quanto immaginario giardino del pensiero indiano, rammentano la totalità sensoriale skrjabiniana.