Quando nulla è scontato e prevedibile

Daniele Gatti propone con intelligenza letture insolite del corpus beethoveniano, infarcito da cinque prime assolute

Recensione
classica
Teatro Manzoni Bologna
29 Ottobre 2004
Il ciclo delle sinfonie beethoveniane è sempre un appuntamento importante per chi lo suona, per chi lo dirige e per il pubblico cui viene offerto. A Bologna mancava da lungo tempo: un'assenza che il Teatro Comunale ha colmato ora affidandolo al direttore musicale Daniele Gatti, in date limitrofe a quelle in cui si rappresenta la "Leonore" dello stesso Beethoven. Gatti è reduce da analoga impresa con la Royal Philarmonic Orchestra, dove le sinfonie venivano intercalate dai cinque concerti pianistici; a Bologna si è invece pensato di commissionare ad altrettenti compositori (Caine, D'Amico, Guarnieri, Rendine, Sollima) brevi brani d'ispirazione e organico beethoveniani, con esiti stilisticamente diversissimi. Difficile riassumere in pochi aggettivi un'impresa così articolata. Volendo individuare alcune linee interpretative generali, si può affermare che Gatti tende a schiarire e alleggerire le sonorità beethoveniane, che perdono quella patina grevemente teutonica per molti anni loro attribuita: mai sentita una marcia funebre dell'"Eroica" così luminosa, sereno viatico per un eroe positivo. Ne giovano in particolare sinfonie come la Prima, ricondotta a una sgargiante classicità, o l'Ottava, risolta con raffinata eleganza. Molte novità d'approccio scaturiscono dalla scelta dei tempi, talvolta più rapidi del comune (il finale dionisiaco della Settima), talaltra inaspettatamente più lenti (lo scherzo della Nona); ulteriori sorprese ci vengono dal fraseggio, privo di ogni retorica tardoromantica, che guarda più al passato che al futuro (davvero inedito un primo movimento della "Pastorale" così sussiegoso, con una vaga pompa baroccheggiante). Il risultato finale può piacere o no, può suonare come più o meno riuscito, ma di certo mai scontato o noiosamente prevedibile: e non è poco per partiture nelle orecchie di tutti. Fra i brani commissionati, da segnalare la caleidoscopica rilettura delle "Variazioni Diabelli" proposta da Uri Caine (naturalmente anche in veste di pianista), l'intensissima "Sinfonia breve n. 2" di Adriano Guarnieri e "Beethovententh" di Giovanni Sollima, su temi dell'abbozzata Decima sinfonia riletti con un occhio a Mahler e l'altro ai minimalisti. Pubblico numeroso e appassionato, con tante presenze giovanili e molti neofiti, segno che le programmazioni intelligenti e stimolanti sono ancora in grado di creare nuovi spettatori.

Note: La serata del 2 dicembre viene dedicata alla riapertura del Teatro alla Scala, nel quadro dei festeggiamenti condotti su iniziativa degli Amici della Scala

Interpreti: Dana Gasler, soprano Annette Küttenbaum, contralto Volker Bengl, tenore Carlo Cigni, basso

Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Daniele Gatti

Coro: Coro del Teatro Comunale di Bologna

Maestro Coro: Marcel Seminara

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