Lohengrin il cupo

A Madrid si ricorda Mortier con un Wagner ottimamente diretto da Hartmut Haenchen

Christopher Ventris (Lohengrin)/foto Javier del Real
Christopher Ventris (Lohengrin)/foto Javier del Real
Recensione
classica
Teatro Real Madrid
Richard Wagner
03 Aprile 2014
“In memoriam Gerard Mortier”: recita la didascalia sotto il titolo di questa edizione di “Lohengrin” del Real, come uno degli ultimi lasciti del compianto direttore artistico, scomparso il mese scorso. E in un certo senso questo allestimento sembra sancire una sorta di riconciliazione postuma con quella parte del pubblico che lo aveva duramente avversato: numerosi i consensi e ripetute le chiamate, anche per l'ottima direzione musicale di Haenchen. Annunciato come una novità assoluta, questo “Lohengrin”, modellato sulla scultura scenografica di Alexander Polzin, colpisce per il suo impatto, per il clima avvolgente e cupo che emana: una grotta in vetroresina, con cavità, da cui di volta in volta scaturiscono fonti di luce - sicuramente efficacissimi - quindi antri e nicchie, con le tracce di idoli rimossi. I costumi paiono provenire da un campionario di arte povera, stracciati e macchiati di colore, l'eroe del titolo indossa una specie di pigiama bianco, il cigno è assente, al suo posto appare un luminoso monolite bianco, in cui all'interno si intravede una sorta di figura fetale: si inseguono suggestioni impattanti ma sfugge il senso di tali operazioni e l'intenzione innovativa resta sullo sfondo. La regia di Hemleb muove abilmente le masse e i protagonisti in questo ambito, secondo le tradizioni del miglior teatro: emozionante l'interpretazione sia dal punto di vista vocale che attorale della Naglestad, che interpreta il personaggio di Elsa, evidenziandone mirabilmente i tormenti interiori. Efficace e umanizzata la figura di Lohengrin di Ventris, tuttavia senza particolari sfumature vocali. Coro robusto e vigoroso, cast vocale di vaglia ben condotto da una direzione musicale precisa ed estremamente fluida, assai curata nelle scelte timbriche e dinamiche. Fabio Zannoni

Interpreti: Christopher Ventris, Catherine Naglestad, Thomas Johannes Mayer, Deborah Polaski, Franz Hawlata

Regia: Lukas Hemleb

Scene: Alexander Polzin

Costumi: Wojciech Dziedzic

Orchestra: Teatro Real

Direttore: Hartmut Haenchen

Coro: Teatro Real

Maestro Coro: Andrés Máspero

Luci: Urs Schoenebaum

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Puccini Dance Circus Opera: l’Orchestra della Toscana celebra il centenario della morte del compositore lucchese fondendo musica, teatro-danza e acrobazie circensi

classica

A Bologna si è conclusa con “La traviata” la trilogia verdiana prodotta dall’Orchestra Senzaspine: nitida direzione di Tommaso Ussardi e allestimento in stile “graphic novel” di Giovanni Dispenza.

classica

La Filarmonica Toscanini diretta da Enrico Onofri ha proposto pagine di Beethoven e Schubert, oltre a una “prima” di Daniela Terranova