Il ritorno d'un giorno

Nella natale Legnago, un'efficace riproposta dell'opera comica che Salieri scrisse sul primo libretto di Da Ponte

Recensione
classica
Teatro Salieri Legnago
Antonio Salieri
31 Ottobre 2004
Un compositore da rilanciare, la sua città natale, una manifestaziona a lui dedicata: sono gli ingredienti che contraddistinguono il Festival "Antonio Salieri" di Legnago (Verona), promosso dall'omonima Fondazione col sostegno della Regione Veneto. Per la sua seconda edizione, il Festival si lancia coraggiosamente nel mondo dell'opera, affidandosi alle forze artistiche della Fondazione Arena di Verona e pescando i solisti dall'Accademia di canto che la stessa ha affidato alle cure di Raina Kabaivanska. Titolo prescelto: "Il ricco d'un giorno", opera comica che il Kapellmeister dell'Imperatore scrisse a Vienna nel 1784, musicando quello che fu di fatto il primo libretto d'opera del corregionale Lorenzo Da Ponte. Un'operazione riuscita, nei limiti imposti da un genere (l'opera comica paramozartiana) che tende quasi sempre a suonarci drammaticamente vivacissima ma musicalmente poco sapida, quasi mai memorabile. Non stereotipata, tuttavia, ché l'abbondanza di pezzi d'assieme sottrae i tragitti formali da ogni facile previsione. Apprezzabili i giovani cantanti, su cui spiccano il soprano Roberta Salvati, nelle splendide arie patetiche che valgono l'intera partitura, e il basso Gabriele Ribis, già pronto per una fortunata carriera. Regge le fila Tiziano Severini, veterano dei "repêchages" operistici, che fa del suo meglio alle prese con una partitura di smisurata lunghezza, correndo dietro ad alcuni cantanti in debito di rigore ritmico, ottenendo quanto possibile da un'orchestra diligente e rassegnandosi di fronte a un coro scandaloso (ma sono questi i sedicenti professionisti stipendiati dalle nostre Fondazioni liriche?). Fondamentale l'apporto del regista Gilbert Deflo e dello scenografo William Orlandi che, facendo di necessità virtù, hanno ridotto l'allestimento a due tavoli e quattro sedie, affidandosi interamente alla gestualità dei personaggi e alla varietà dei loro costumi. Come in una commedia goldoniana.

Note: Coproduzione Fondazione Arena di Verona e Fondazione Culturale Salieri. Prima rappresentazione in tempi moderni

Interpreti: Emilia (soprano)                         Roberta Salvati Giacinto (tenore)                        Giorgio Trucco Strettonio (basso)                       Federico Longhi Doralice (soprano)                      Ina Kancheva Mascherone (basso)                   Gabriele Ribis Berto (basso)                             Giovanni Guagliardo Lauretta (soprano)                      Tina Gorina Faz  

Regia: Gilbert Deflo

Scene: William Orlandi

Costumi: William Orlandi

Orchestra: Orchestra Coro e tecnici dell'Arena di Verona

Direttore: Tiziano Severini

Coro: Orchestra Coro e tecnici dell'Arena di Verona

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