I fantasmi di un'infanzia

La scena si caratterizza per un’atmosfera pervasa dal nero e da un buio diffuso. I protagonisti si stagliano, come macchie di luce, in tanti quadretti ben definiti e conchiusi, con una dettagliata, a tratti pedante, ambientazione di interni: mobili, letti, giochi. La regia di David McVicar, di questo “Turn of the Screw” madrileno, attenta sul piano iconografico a definire una sorta di ‘illustrazione d’epoca’, sceglie di sviluppare la narrazione, in una forma tradizionale, forse troppo naturalistica e spesso dispersiva, ma rispettosa del libretto, come una favola di spettri: tutta giocata sull’ambiguità di una vicenda che non risolve l’enigma tra ciò che è realtà e allucinazione. Una prospettiva che enfatizza fortemente il tema del male e dell’infanzia violata (coerentemente con il libretto di Myfanwy Piper), con una presenza molto caratterizzata delle figure di Quint e di Miss Jessel: visti come allucinati e cupi fantasmi, prima ombre, poi quasi uomini in carne ed ossa, avvinghiati da una perversa passione erotica. Ma è la direzione musicale di Josep Pons a definire in maniera lucida e puntuale una lettura dei diversi livelli espressivi e le atmosfere cangianti, di cui è ricca la partitura di Britten. Questo sia nella conduzione dell’ensemble cameristico, nel succedersi delle variazioni - ben calibrando i colori ‘pastorali’ con i tratti più densi di elementi ‘horror’ - sia in un attento lavoro di cesello nella concertazione delle voci. Concertazione che abilmente risolve quei sottili equilibri nei contrappunti tra le voci degli adulti e le voci infantili, così come i repentini cambi d’atmosfera musicale. Ottima compagnia di canto con un’interpretazione ricca di colori espressivi e di forza drammatica di Emma Bell, nel ruolo della Governante.

Interpreti: Il Prologo/Quint, John Marck Ainsley - La Governante, Emma Bell - Miles, Jacob Ramsay-Patel - Flora, NazanFikret - Mrs. Grose, Marie McLaughlin - Miss Jessel, Daniela Sindram

Regia: David McVicar

Direttore: Josep Pons