Il gesto di Prêtre
Come in un lungo, ininterrotto festeggiamento, si susseguono le apparizioni italiane coincidenti con l'ottantesimo compleanno del grande direttore francese, giunto ora a inaugurare una nuova edizione del Festival bolognese
Recensione
classica
S'apre la ventiquattresima edizione del "Bologna Festival", consolidata rassegna di orchestre e grandi interpreti in tournée, ma anche di giovani promesse e programmi ricercati fra l'antico e il moderno, radunati in un variegato cartellone ricco anche quest'anno di succose proposte.
Il primo concerto è affidato a Georges Prêtre, dovuto omaggio agli ottant'anni di questo direttore quasi obliato nell'ultimo decennio, ed improvvisamente ritornato alla ribalta in pochi mesi, con una serie di presenze qualificate in varie sale italiane, applauditissime.
A Bologna si presenta con un programma a lui quanto mai congeniale: il Berlioz del "Romeo e Giulietta" e del "Benvenuto Cellini", il Ravel della "Valse", lo Strauss del "Don Juan", che sostituisce l'annunciato "Bolero". Il gesto di Prêtre si è ormai fatto scarnissimo, specie in Berlioz, mentre il corpo rasenta l'immobilità, così lontana dai più giovanili atteggiamenti di rapito coinvolgimento d'ogni membra, che gli conoscevamo; e l'attenzione si punta dunque sul minuto particolare, sottolineato da movimenti scarni, di picassesco profilo, e una maschera facciale d'assoluta comunicatività. Solo con Strauss e Ravel la bacchetta ritrova la rotondità del gesto e lo spessore sonoro d'un tempo, trascinata dall'irresistibile forza emotiva di quelle musiche, la cui lettura convince appieno.
La Filarmonica Arturo Toscanini conferma il proprio standard qualitativo, lasciando percepire qualche incertezza di sincronia e pulizia timbrica nei passi più scoperti di Berlioz, ma trovando la giusta resa con gli autori novecenteschi.
Buon successo di pubblico, coronato dal primo preludio della "Traviata" offerto come bis.
Orchestra: Filarmonica Arturo Toscanini
Direttore: Georges Pretre
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