Spettacolo caratterizzato da intenzioni registiche e scenografiche costellate di elementi simbolici. Ma prevale in definitiva una spettacolarità tipicamente areniana, molto colorata e popolata. Direzione d'orchestra non particolarmente incisiva. Convincenti le prestazioni di Cura (Calaf) e della Carosi (Liù), tenuta vocale non sempre controllata della Casolla in Turandot. Buona la resa del coro.
Scarno e povero l'impianto registico e scenografico, fatto un po' in economia e senza idee di rilievo. Disomogenea la compagnia di canto con una sostituzione dell'ultimo momento della Behrens con Sarah Johannsen (che avrebbe dovuto fare le ultime due recite in cartellone), non entusiasmante. Efficaci La Runkel in Clitennestra e Linn in Oreste. Di rilievo la direzione d'orchestra di Christian Arming.
Allestimento nel complesso mediocre, buona dirazione d'orchestra, compagnia di canto dignitosa ma non esaltante, regia ostentatamente tradizionalista con uno spostamento temporale della vicenda nell'800.
Aida al massimo dello sfarzo e della sovrabbondanza, che alla fine ha mortificato una visione dialettica della vicenda: Vocalmente buone le prove della Cedolins e della Cornetti, sotto tono quella di Licitra. Direzione positiva di Oren.
Nel complesso un buon allestimento: regia interessante anche se con una scenografia molto 'carica', ricca di colori, coerente nel complesso. Buona la compagnia di canto e la direzione di Yoram David.
Spettacolo senza dubbio 'originale' sostenuto dalla presenza scenica di Milva e dalle capacità attoriali di Riondino. Meno convincente l'impianto musicale di Tutino a cui pare mancare una vera direzione ed un'impronta a caratterizzare musicalmente la vicenda.