Cenerentola alla romana
Prosegue la collaborazione di Fabio Biondi ed Europa Galante col Reate Festival
Recensione
classica
Dopo Donizetti e Bellini è la volta della Cenerentola di Rossini ad essere eseguita al Reate Festival con gli strumenti e la prassi esecutiva dell'epoca. I cambiamenti più appariscenti sono il fortepiano e la chitarra, che, oltre a sostenere i recitativi, suonano insieme all'orchestra, aggiungendovi anche piccole improvvisazioni, mentre per quel che riguarda la vocalità non si sono notate particolari differenze. Ma la novità più importante di quest'esecuzione (in forma di concerto) è il ritorno alla versione della prima romana del 1817, che non era più stata ascoltata da allora. Sono stati recuperati l'aria di Alidoro "Vasto teatro è il mondo" nel primo atto (poi sostituita da Rossini con "Là del ciel nell'arcano profondo"), il coro dei cavalieri all'inizio del secondo e l'aria di Clorinda che precede il finale: talvolta si era eseguito l'uno o l'altro di questi tre pezzi, spesso accorciati, mai però tutti insieme e completi. Rossini li aveva delegati al suo collaboratore Luca Agolini ma, pur non essendo dei capolavori, non sono da buttar via e fanno parte a pieno titolo della Cenerentola, con una loro funzione drammaturgica ben calcolata. Per esempio, la prima versione dell'aria di Alidoro è molto più congrua in quel punto dell'opera dell'aria ampia ed elaborata scritta poi da Rossini in occasione di una ripresa romana del 1820 per soddisfare un celebre basso. Biondi ha avuto il merito di recuperare questa versione e di dirigerla con tempi e colori accuratamente scelti, ma non ci si spiega perché abbia fatto tanti piccoli e meno piccoli tagli proprio nei pezzi più celebri, dalla sinfonia al rondò finale, passando per la canzone di Cenerentola, il temporale e il sestetto del "nodo aggrovigliato". Nel complesso la parte comica ha avuto maggior risalto di quella sentimentale, con un reparto guidato da un comico grandioso e sublime, scatenato e perfettamente calibrato (passateci il doppio ossimoro) come Bruno De Simone nei panni di Don Magnifico. Damiana Mizzi e Adriana Di Paola sono divertenti e argute nel rendere l'antipatia delle due sorellastre, Clemente Antonio Daliotti (Dandini) dimostra che senza una vocalità superlativa ma con l'intelligenza, il gusto e la simpatia si può far molto bene e Renato Dolcini (Alidoro) è perfetto nei panni di deus ex machina. Francesco Marsiglia (Ramiro) ha un bel timbro e una vocalità rossiniana perfettibile e Vivica Genaux giustifica col suo magnetismo la fama di star internazionale ma il colore molto personale e la tecnica la rendono più adatta al barocco che al belcanto ottocentesco.
Note: Esecuzione in forma di concerti In collaborazione con Bremen Musikfest
Interpreti: Vivica Geneaux, Damiana Mizzi, Adriana Di Paola, Francesco Marsiglia, Bruno De Simone, Clemente Antonio Daliotti, Renato Dolcini
Orchestra: Europa Galante
Direttore: Fabio Biondi
Coro: Belcanto Chorus
Maestro Coro: Martino Faggioni
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