L'affresco contemporaneo del Quartetto Maurice

Alla Rassegna di Nuova Musica un omaggio a Bach, Ligeti, Scodanibbio e Ryan Carter

Recensione
classica
Rassegna di Nuova Musica Macerata
30 Giugno 2014
Per il suo appuntamento estivo la Rassegna di Nuova Musica di Macerata non poteva avere un luogo più suggestivo dell’antico Teatro Romano nel sito archeologico di Helvia Recina. Il Quartetto Maurice, protagonista della serata, ha presentato un programma che univa suggestioni antiche con affreschi contemporanei. Dall’"Arte della fuga" di Bach, un caleidoscopio barocco di artifici e rompicapi compositivi (in un certo senso proprio come nel cubo magico di Rubik), fino a "too many arguments in line 17" (2010), opera dell’americano Ryan Carter ricca di suspense non meno di un thriller o di un film di Alfred Hitchcock. Durante il brano, infatti, il racconto si scioglie lentamente creando un incalzante sentimento d’attesa, tenendo l’ascoltatore sospeso sul filo di un rasoio grazie alla combinazione di più intrecci, figure musicali quasi impercettibili che operano nell'ombra e taglienti contrasti in chiaroscuro, in una dimensione di ampia dinamicità della trama musicale. I Maurice si muovono perfettamente a loro agio, poi, sia con le pagine di György Ligeti che con quelle di Stefano Scodanibbio. Composto in un unico movimento, "Métamorphoses nocturnes" (1953-54, rev. 1958), il primo quartetto d’archi del compositore ungherese, racchiude al suo interno numerose tipologie di scrittura inserite in un progetto formale unitario come quello della variazione. Lo stesso principio – o meglio, la ‘reinvenzione’ – è al centro delle due riletture tratte dal "Canzoniere messicano" di Scodanibbio: "Bésame Mucho" (2004) e "Sandunga" (2008). Il suo è un magnifico alfabeto che permette di pronunciare, come se fosse la prima volta, temi che si credevano già ampiamente sviscerati, modellando in nuovo modo la percezione delle forme del tempo e dello spazio. Ritmi tropicali compresi.

Interpreti: Georgia Privitera (violino), Laura Bertolino (violino), Francesco Vernero (viola), Aline Privitera (violoncello)

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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln