Dopo 14 anni di gestazione ecco la stupefacente Opernphantasie di Rihm. Su un lago in barca N. subisce l’assalto erotico di Arianna (traslato di Cosima Wagner): è la bravissima Mojca Erdmann, voce duttile e cristallina nella tessitura acuta. N. esce dal mutismo con: “Io sono il labirinto”; ma sarà l’Ospite biancovestito a incantare Arianna. La scenografia è dominata dallo sguardo stilizzato di un essere multiforme, nocciolo della concezione di Meese: è Dio, Nietzsche stesso o un alieno? Poi N. e l’ospite scalano una montagna: più si allontanano da terra, più i loro dialoghi divengono criptici, e Rihm abilmente fa rimpiattino tra i giochi di parole e il loro corrispettivo musicale (ad es. Nur Narr, nella terza scena). In una sorta di metafora interiore, N. parla con l’Ospite come a un alter ego (Nicht mehr zurück?), e anche quando il coro irrompe espressionisticamente sembra dar voce al suo delirio paranoico. La terza scena è bipartita: nel colorato bordello pop N. rifiuta le avances delle 4 prostitute (fantasia erotica opposta rispetto ad Arianna), e intona Der Wanderer mentre l’Ospite è al pianoforte: di lì a poco questo verrà fatto a pezzi. Nello scenario onirico c’è circolarità: le stesse parole (Mich willst du? Ganz?) pronunciate dalle ninfe, dalle prostitute e poi dall’Ospite, mutano di senso. Attorniato dalle menadi e da tre nutrici, simili a Veneri di Willendorf, N. è scorticato da Apollo, la sua pelle assume una forma autonoma e tutti si ritraggono inorriditi da lui. L’ultima scena è quella del celebre episodio, ma qui è la pelle, in una piazza, ad abbracciare il cavallo, frustato da una figura senza volto. Composta magistralmente, visionaria, questa è l’opera che vorremmo (ri)vedere nei teatri di tutta Europa. Accoglienza del pubblico calorosissima.
Note: Opernphantasie in 4 scene
parole di Friedrich Nietzsche (dai Ditirambi di Dioniso), testo di Wolfgang Rihm
repliche: 30 luglio, 5 e 8 agosto
Interpreti: Arianna, soprano, Mojca Erdmann; soprano, Elin Rombo; mezzosoprano, Virpi Raeisaenen; contralto, Julia Faylenbogen; N., baritono, Johannes Martin Kraenzle; Un ospite/Apollo, tenore, Matthias Klink; La pelle, mimo, Uli Kirsch
Regia: Pierre Audi
Scene: Jonathan Meese
Costumi: Jorge Jara
Orchestra: Deutsches Symphonie-Orchester Berlin
Direttore: Ingo Metzmacher
Coro: Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor
Maestro Coro: Joern H. Andresen
Luci: Jean Kalman