Una casa di bambole per la Zauberflöte in scena al “Verdi” di Trieste
Le provocazioni della regista argentina Valentina Carrasco
Recensione
classica
La natura dialettica della Zauberflöte alimenta da sempre una molteplicità di interpretazioni che arricchisce la valenza polisemica della Bildungsoper mozartiana. Valentina Carrasco, cresciuta alla Fura dels Baus, immagina uno spettacolo ambientato per l’occasione in una casa di bambole con arredi anni ’60 curati da Carles Berga, ove gli dei bambini Iside e Osiride giocano ingenuamente con i destini umani. Al loro sguardo puro appaiono così simili il regno delle apparenze della Regina della Notte e i rituali costrittivi della società massonica guidata da Sarastro. Se la Regina di Katharina Melnikova è innanzitutto madre e il dolore del lutto ne giustifica la violenza e il linguaggio menzognero, il Sarastro di Petar Naydenov appare invece come un moderno Faust, immerso nel regno della cultura, anch'essa manipolatrice. Merto Singh restituisce compiutamente l’evoluzione interiore di Tamino che incarna l’anti-Don Giovanni, mentre Elena Galitskaya dona a Pamina una voce vellutata e struggente, espressione di una donna capace di affrontare per amore ogni sfida. “Solo l’amore forma”, diceva Goethe in Fabel, ed è ancora l’amore nel suo infantile candore a ispirare la giocosa performance di Peter Kellner (Papageno). Ci sembrano invece meno rivelatorie le provocazioni di Papagena (Lina Johnson), donna delle pulizie poi femminista sfegatata, e di Monostatos (Motoharu Takei), trasformato in guardia nazista. La musica, fonte di verità (il flauto) ma anche di ingannevole incantamento (il glockenspiel), ricompone ogni conflitto grazie alla lettura stilisticamente equilibrata di Pedro Halffter Caro, sicura guida dell’orchestra triestina. Pubblico più tradizionalista un po’ smarrito ma complessivo successo per un allestimento che ha il pregio di fare pensare e aprire varchi.
Interpreti: La Regina della Notte: Katharina Melnikova Sarastro: Petar Naydenov Tamino:Merto Singh Pamina:Elena Galitskaya Papageno:Peter Kellner Papagena:Lina Johnson Monostatos:Motoharu Takei tre Genietti: Elena Boscarol; Simonetta Cavalli; Vania Soldan
Regia: Valentina Carrasco
Scene: Carles Berga
Costumi: Nidia Tusal
Orchestra: Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Direttore: direttore : Pedro Halffter Caro
Maestro Coro: Francesca Tosi
Luci: Peter van Praet
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