Un Museo che suona
Prime visite al Museo del Violino di Cremona
Recensione
classica
Dopo tre anni d’incessanti lavori, finalmente entriamo per la prima volta nel futuro Museo del Violino di Cremona.
È un’apertura straordinaria, per i cremonesi, anticipazione che precede l’inaugurazione ufficiale, nella primavera 2013.
Sono in tanti ad affollare le sale del primo Museo del Violino. Il primo in assoluto! Un Museo realizzato, grazie alla volontà e all’impegno della Fondazione Arvedi Buschini e del Comune di Cremona, con il restauro di Palazzo dell’Arte, opera del 1941 dell’architetto razionalista Carlo Cocchia.
Nella Piazza Marconi, antistante il Museo (ora una delle più belle piazze di Cremona) arriva gente comune, visitatori attenti… Sarà la novità o l’effetto della notizia del 5 dicembre scorso, e cioè che l’Unesco ha riconosciuto la liuteria cremonese e il saper fare liutario, bene immateriale dell’Umanità, ma nei loro sguardi leggo l’ammirazione per il nuovo Museo e il rispetto per la liuteria, in quanto arte, e per la Musica.
Il tour è tra ampi spazi espositivi occupati da bacheche ancora vuote. Sì, perché la movimentazione di tutte le collezioni, civiche e private, si farà solo a ridosso dell’inaugurazione ufficiale del MdV, nella primavera 2013, con il Presidente Napolitano.
Un contenitore senza il suo prezioso contenuto è bello per metà ma le varie postazioni multimediali nelle sale del Museo rendono l’idea di un concept a più livelli. Non un tempio per i cultori assoluti di Stradivari e della liuteria storica cremonese, né un museo di nicchia, ad uso e consumo della comunità liutaria internazionale, bensì un museo fruibile da tutti. Notiamo anche postazioni multi-touch per i bambini.
Il percorso è itinerante: dalle origini del violino - documentate da fonti iconografiche proiettate su schermi lungo il corridoio di accesso alle sale - alla bottega del liutaio, ricostruita in una stanza e molto simile a una delle tante botteghe attive in città. Oggi a Cremona ce ne sono più di 150.
Cuore del MdV sarà la Sala 5: “Lo Scrigno dei Tesori”. Custodirà la collezione civica dei violini (gli undici strumenti di liuteria storica cremonese conservati nella Sala dei Violini, in Palazzo Comunale). E come in un vero scrigno, le teche con gli strumenti risplenderanno tra i velluti rossi della sala.
I reperti del Museo Stradivariano (attrezzi da lavoro, disegni, forme e modelli che erano nella bottega di Stradivari) saranno custoditi nella Sala 6 mentre la Sala 8 ospiterà la Collezione di Liuteria contemporanea della Fondazione Stradivari. Una trentina di strumenti ad arco, vincitori di medaglia d’oro alle edizioni della Triennale, concorso internazionale di liuteria più famoso al mondo, che si tiene a Cremona ogni tre anni. La Sala 9 è dedicata ai “friends of Stradivari”, strumenti di liuteria storica prestati alla Fondazione Stradivari dai maggiori collezionisti pubblici e privati di questo network internazionale dedicato a Stradivari e alla liuteria classica cremonese (tra i “best” friends of Stradivari ricordiamo The Henry Ford Museum, la Royal Academy of Music di Londra, la famiglia Lam di NY, Evelyn e Herbert Axelrod…). Gli strumenti dei “friends” potranno essere ammirati nelle bacheche del Museo e ascoltati in concerto. Il nostro primo tour al MdV si ferma qui.
Il secondo tour lo abbiamo fatto all’Auditorium “Giovanni Arvedi” del MdV. Vero gioiello di ingegneria acustica da 464 posti, ricavato nell’originale Salone delle Adunate di Palazzo dell’Arte, nato dal lavoro sinergico tra lo studio Nagata Acoustics dell’ingegnere acustico Yasuhisa Toyota (suoi i progetti del Mariinsky Theatre Concert Hall di San Pietroburgo e del Walt Disney Concert Hall di Los Angeles!) e lo studio Arkpabi degli architetti Giorgio Palù e Michele Bianchi di Cremona.
A illustrarci la realizzazione del lavoro sono proprio loro, Toyota e Palù. Con la sua struttura a tulipano, l’Auditorium è una sala progettata da Toyota espressamente per l’esecuzione di musica solistica e da camera con strumenti ad arco (quindi musica acustica e non amplificata!). Rivestito di cedro giallo dell’Alaska, il palcoscenico, ovale, ha il diametro maggiore di appena 10 metri. La sua collocazione, al centro della scena, garantisce una visuale e un’acustica ottimale da qualsiasi punto. L’intera “scultura” dell’Auditorium è impiallacciata con legno d’acero verniciato, che richiama quello usato per realizzare i violini. Prevale quindi il color miele del legno e il velluto color arancio delle poltrone.
Se l’architettura dell’Auditorium colpisce l’occhio – più che un tulipano a noi ricorda proprio le forme del violino! - la purezza del suono è semplicemente straordinaria, incredibile. Si ascolta in assoluto silenzio il suono del Vesuvius, uno Stradivari del 1727, suonato, per il pubblico in sala, dal violinista Antonio De Lorenzi. Vorremmo ascoltare altra musica ma la nostra visita al MdV termina qui.
Ora si tratterà di attendere ancora qualche mese… Il grande contenitore di Palazzo dell’Arte è pronto e l’Auditorium aspetta solo di vivere con la musica.
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