Tosca a Liegi

Gelmetti sul podio, regia di Claire Servais

Tosca
Tosca
Recensione
classica
Opera di Liegi
Tosca
20 Novembre 2018 - 02 Dicembre 2018

A Liegi questa è la terza volta in dieci anni che si ripropone la Tosca nella versione della regista francese Claire Servais - prima produzione per l’Opéra royale de Liège-Wallonie nel 2007, prima ripresa nel 2014 e nuovamente adesso - un allestimento più simbolico che concreto, più ricco di elementi il primo atto, sempre più spogli, tristi e noiosi i successivi.  Per chi ha già  assistito alle precedenti rappresentazioni l’interesse è dunque tutto negli interpreti e nella direzione musicale, quest’anno due i cast proposti e la bacchetta affidata all’esperienza e bravura del maestro Gianluigi Gelmetti che ha guidato l’orchestra in una lettura precisa e godibile della partitura di Puccini. Due dunque i cast con, nel primo e nel secondo in ordine, nella parte di Floria i soprani Virginia Tola e Tiziana Caruso, in quello di Mario i tenori Aquiles Machado e Marcello Giordani, i baritoni Marco Vratogna e Elia Fabbian per Scarpia. Noi abbiamo assistito ad una recita del primo cast con Virgilia Tola che regala una Tosca più lirica che drammatica,  con la voce che perde di spessore, meglio nelle arie più intime, quasi sussurrate, come in "Vissi d'arte.." che infatti il pubblico apprezza. Una versione di Floria Tosca poco credibile come donna forte "inferocita", sotto questo aspetto la Tola è poco incisiva e carismatica, ma che eppure sembra quasi avere il merito di mostrare una parte di solito ben celata del personaggio, una fragilità nascosta nella donna che ha tratteggiato Puccini, ma presente sotto la sua corazza e che la sua gelosia esasperata dimostra. Al fianco della Tola, il venezuelano Aquiles Machado da prova di bella voce dal timbro piacevolmente squilante ma non è aiutato dal fisico a ben rendere il personaggio, anche se nella seconda parte dell'opera il suo canto appropriato passa in primo piano. Atteso il debutto a Liegi di Marco Vratogna come Scarpia, ruolo che nell'ultima produzione era stato qui interpretato da Ruggero Raimondi. Con l'avanzare della trama, Vratogna conquista punti sul pubblico, anche se la sua voce manca a tratti un po' di profondità e potenza (nel Te Deum, ad esempio) e troppo spesso spinge e fa trapelare lo sforzo . Nei ruoli di bassi  gli stessi interpreti rodati di quattro anni fa, Roger Joakim come Cesare Angelotti, e Laurent Kubla nei panni del Sagrestano. Una parola di apprezzamento infine al coro di bambini e in particolare al pastorello fuori scena. 

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