Tiefland e l'equivoco della modernità

A Francofore va in in scena "Tiefland" di d'Albert, singolare caso di opera verista di area germanica. Purtroppo la regia di Anselm Weber ne tradisce lo spirito tentandone una impossibile attualizzazione, contestata dal pubblico. Eccellente la compagnia di canto su cui spiccano i tre protagonisti Michaela Schuster, John Treleaven e Lucio Gallo. Dirige con misura e giusto slancio Sebastian Weigle, futuro direttore musicale dell'Oper Frankfurt.

Recensione
classica
Oper Frankfurt Frankfurt am Main (Francoforte sul Meno)
Eugen d´Albert
10 Dicembre 2006
Ci sono opere che non sopravvivono a letture inadeguate e velleitarie. Successe anni fa al "Sogno di un walzer" svuotato di senso da un'ambientazione nel realismo cementizio di una stazione della metropolitana e ritirato velocemente dal repertorio. Succederà probabilmente anche a questa infelice produzione di "Tiefland". L'opera di d'Albert, citata spesso come esempio di opera verista di area germanica, è in effetti un tipico prodotto di inizio Novecento: intreccio di passioni brucianti destinate ad un finale tragico, sentimentalismo ipertrofico, generosa vena melodica a rendere il tutto, se non verosimile, almeno accettabile all'orecchio. In più nel libretto di Lothar rimane qualche traccia di tematica sociale, ben più presente nel dramma del catalanista Guimerá, nel conflitto fra misticismo della montagna e corruzione della civiltà del bassopiano. Traccia alla quale Anselm Weber si appiglia, cercando un messaggio attuale in un'opera fatalmente datata. Oltre ad una ambietazione iperrealistica nello squallido capannone industriale, disegnato da Hermann Feuchter, che aggiorna l'anacronistico mulino dell'originale, di idee nuove se ne sono viste poche. Paradossalmente, per la scarsa cura del gesto teatrale, lo spettacolo risulta vecchio e stereotipato. Molto meglio il piano musicale, che può contare su una compagnia vocale di gran livello. Se dello stentoreo Treleaven si apprezza più la sicurezza nella tessitura spinta, Michaela Schuster e Lucio Gallo convincono pienamente per l'onesta adesione ai rispettivi ruoli nonché per l'ottima musicalità. Fra i ruoli minori, citiamo la fresca Nuri di Juanita Lascarro, il solido Tommaso di Magnus Balvinsson e il preciso Nando di Peter Marsh. Sebastian Weigle ha diretto con misura e giusto slancio un'orchestra al meglio della forma.

Note: Dietrich Volle sostituiva Gérard Lavalle nel ruolo di Moruccio

Interpreti: Marta: Michaela Schuster; Pedro: John Treleaven; Sebastiano: Lucio Gallo; Tommaso: Magnus Baldvinsson; Nuri: Juanita Lascarro; Moruccio: Gérard Lavalle; Nando: Peter Marsh; Pepa: Sonja Mühleck; Antonia: Claudia Mahnke; Rosalia: Elzbieta Ardam

Regia: Anselm Weber

Scene: Hermann Feuchter

Costumi: Bettina Walter

Orchestra: Frankfurter Museumorchester

Direttore: Sebastian Weigle

Coro: Coro dell'Oper Frankfurt

Maestro Coro: Alessandro Zuppardo

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista