Stimmung, vertigini della voce

A Parma per Traiettorie i Neue Vocalsolisten alle prese con Stockhausen

Stimmung traiettorie
Recensione
classica
Teatro Farnese, Parma
Neue Vocalsolisten
18 Settembre 2023

Trentatreesima edizione di Traiettorie, la rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea che si tiene a Parma: come ogni anno si torna, tra gli altri luoghi, anche al teatro Farnese, e tocca questa volta al sestetto tedesco Neue Vocalsolisten, alle prese con Stimmung di Karlheinz Stockhausen.

Il termine significa disposizione d’animo, accordo di voci: ed è proprio un’ imprendibile offerta di voci orchestrate che pone gli ascoltatori in una disposizione d’animo diversa. Stimmung, o del potere trasformativo della voce, dei suoni che la voce umana può produrre.

Davanti a un pubblico accorso anche da lontano per ascoltare musica così indicibile, il concerto  si rivela un’escursione siderale in atmosfere ora mistiche, ora ironiche, che fanno pensare talvolta  a canti gregoriani da un universo parallelo, colmo di luce.

Disposti in cerchio, gli interpreti, vestiti di bianco come soleva fare il Maestro, giocano (il gioco è una cosa molto seria) con le voci, che si tramutano a tratti in synth; un alleluia diventa un mantra kraut o un ritornello sghembo e cosmico, quasi un riff dei Neu! o dei Gong.

Un pezzo del 1968 che pare provenire da un futuro remoto, che fa pensare ai popoli siberiani e al loro canto armonico, alle diplofonie di Demetrio Stratos. La partitura prevede ampi spazi di improvvisazione e i Neue Vocalsolisten si trovano pienamente a loro agio in questi mondi risonanti. L’effetto per chi ascolta è di trovarsi ad altitudini dove l’aria è molto rarefatta: stordimento e stupore per panorami che hanno forme che cambiano ad ogni sguardo, quasi fossimo nel bel mezzo di un’esperienza psichedelica.

Come diceva Stockhausen in effetti, «nella bellezza dei sensi risuona la bellezza dell’eterno»: ascoltiamo nomi e giorni della settimana, come porte che aprono altri passaggi in un mantra alieno che ha un che di sacro.

Alla fine ne usciamo come avessimo compiuto un rituale di purificazione. Musica della rinascita, dell’eterno ritorno, talmente umana da farsi aliena. Figlia della geniale follia di un gigante del Novecento, le cui invenzioni risuonano ancora nel teatro quando, dopo un’ora, è il momento di tornare al silenzio. Con Goethe infatti, in esergo al corposo libretto di Traiettorie, «per l’uomo capace questo mondo non è muto».

E l’arte di Stockhausen è capace di generare meraviglia e restituirci un’idea intatta della musica come esperienza essenziale. Perfettamente restituita dal sestetto di interpreti sul palco del magnifico teatro Farnese. La rassegna, cominciata in marzo, continua fino a fine novembre.

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