Sciarrino e i Capricci, quasi 50 anni dopo

Applauditissima première a Siena per la nuova serie violinistica del compositore

Ilya Gringolts e Salvatore Sciarrino (Foto Roberto Testi)
Ilya Gringolts e Salvatore Sciarrino (Foto Roberto Testi)
Recensione
classica
Palazzo Chigi Saracini, Siena
Ilya Gringolts, violino Anton Gerzenberg, pianoforte storico
18 Luglio 2023

Il focus contemporaneo del Chigiana International Festival è quest’anno dedicato a Luciano Berio: 30 composizioni disseminate nella più ampia programmazione estiva, che condivide comunque col focus un fattore rilevante, il coinvolgimento organico di maestri e allievi dei paralleli corsi. Sull’approfondimento intorno a Berio si tornerà al termine della corrente settimana, la più densa sotto quest’aspetto; nella quale è caduta una prima assoluta – commissionata dall’Accademia Chigiana – significativa, firmata appunto da un attuale docente chigiano, Salvatore Sciarrino, eseguita da un altro docente chigiano, il violinista Ilya Gringolts. I Sei nuovi Capricci e un saluto per violino arrivano poco meno di 50 anni dopo la prima rinomata serie di Capricci di Sciarrino, peraltro battezzata proprio a Siena da un maestro storico dei corsi, Salvatore Accardo. Gringolts ha già studiato ed eseguito la prima serie, che trasfigurava alcuni elementi del violinismo virtuoso in un’idea di suono visionaria, organizzato secondo procedure di controllo della moltiplicazione del simile o di frattura del flusso.

Le procedure in parte non sono cambiate, ma l’approccio di fondo e la conformazione dei materiali sonori decisamente: all’anamorfosi pulviscolare si è sostituita un’idea di monodia legata all’inflessione del respiro di frase e a una speciale modalità recitar-cantata, idea lungamente coltivata da Sciarrino nella sua produzione vocale; accanto ad essa, figure sporte sul silenzio per comportamenti sonori liminali – non solo grazie a intensità minime e timbri instabili o cangianti, ma anche mediante improvvise esplosioni – e sempre cariche di tensiva attesa. Il lavoro appare importante nell’opera di Sciarrino, proprio per il suo compendiare tratti di una ricerca e di un pensiero compositivo spostatosi con evidenza nei decenni trascorsi dalla prima serie violinistica, però conservando sensibilmente da allora alcune qualità ‘formative’ – pure per l’ascolto – del decorso sonoro. Nitidamente plasmati, i brani della nuova raccolta conservano peraltro una certa imprendibilità eraclitea: grande pregio di Gringolts, perciò, l’aver saputo padroneggiare con profondità di scavo interpretativo e straordinaria sicurezza tecnica il lavoro, che nell’occasione della première ha potuto avvalersi di una ingegnosa quanto efficace ‘sonificazione’ (un’amplificazione creativa, attuata in parte attraverso risuonatori naturali – due violini e una viola posti a mo’ di monitor sul fronte della sala verso il pubblico) curata da Marco Momi e Alvise Vidolin; a voler cercare un pelo nell’uovo nell’esecuzione, conoscendo la partitura, poteva esser scelta una velocità leggermente più pacata per il primo nuovo Capriccio, a sollecitare le curvature intervallari dilatate – a parità di durata fraseologica – nella scrittura violinistica; ma è un dettaglio che passa in secondo piano, pure in rapporto alla densità e alla variegatezza del programma: due ore di musica, comprendendo i due bis (Schumann e Brahms), estesa a due capolavori della Vienna musicale intorno all’Ottocento (una Sonata di Mozart e la Fantasia in Do Maggiore di Schubert) eseguiti con notevole proprietà stilistica e sicurezza tecnica – su un differente strumento intonato a 430 Hz – assieme ad Anton Gerzenberg su un pianoforte storico (1830 circa), oltre naturalmente alla tappa beriana, qui la monumentale Sequenza VIII.

Sala piena ed entusiasta, applausi più calorosi perfino delle temperature da canicola.

 

Siena, 18.7.2023, Chigiana International Festival ‘Parola’,

Salvatore Sciarrino (1947), Sei nuovi Capricci e un Saluto per violino
(prima esecuzione assoluta, Commissione Accademia Chigiana)
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791), Sonata n. 34 in la maggiore K 526
Franz Schubert (1797 – 1828), Fantasia in do maggiore op. 159 D 934
Luciano Berio (1925 – 2003), Sequenza VIII per violino

 

c redit foto: Roberto Testi

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