Pierino e il Pojana
A Padova Andrea Pennacchi racconta la celebre favola sinfonica di Prokof’ev per OPV Families&Kids

La stagione ufficiale è finita nel segno di Bizet , ma le iniziative dell’Orchestra di Padova e del Veneto continuano. Accanto alla rassegna “In viaggio verso Mozart 2025”, che dopo l’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Salieri si avvia alla conclusione, torna OPV Families & Kids dedicato agli spettatori più piccoli con il classico dei classici, la favola sinfonica Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev. Composta nel 1936 per avvicinare i bambini alla conoscenza dell’orchestra e della musica sinfonica, Pierino e il lupo è un lavoro semplice nella forma ma di scrittura musicale tutt’altro che banale.
La cornice è quella della storica Sala dei Giganti di Palazzo Liviano, spazio sulla carta poco adatto agli eventi musicali con la sua larghezza di una quarantina di metri e poco meno di venti di profondità, ma che consente una prossimità del giovane pubblico con l’orchestra collocata in posizione centrale per una esperienza davvero coinvolgente e davvero immersiva (almeno per coloro che riescono a conquistare le prime file delle due ali laterali).
Si inizia con un’ouverture spuria ma dello stesso Prokof’ev: l’Allegro dalla Sinfonia Classica, dopo un breve saluto del giovanissimo direttore Aram Kachech, che introduce brevemente il programma del concerto per i giovanissimi spettatori al primo incontro con la musica sinfonica. Esaurita rapidamente la brillante apertura, entra l’attore: è Andrea Pennacchi, interprete di razza e mitico Pojana, a prestare la voce alla narrazione della favola sinfonica. “C'era una volta... Beh! Questa è una fiaba musicale e, siccome tutte le fiabe hanno dei personaggi, in questa ognuno di essi è rappresentato da un diverso strumento musicale. Affinchè voi possiate riconoscere i personaggi ogni qualvolta essi appaiono, chiederò ai vari strumenti di presentarsi a voi.” E comincia così, a podio temporaneamente vuoto, l’introduzione voluta da Prokof’ev per presentare i personaggi/strumenti della favola, che Pennacchi trasforma nella ricerca dei suoni ideali dal campionario orchestrale per coinvolgere i piccoli ascoltatori nel gioco di associazioni sonore e stimolare il loro ascolto attivo e l’immaginazione. E che la favola abbia inizio, ma non prima di una chiamata collettiva al direttore Kachech, che torna sul podio per dirigere con gesto deciso ed elegante l’orchestra. Khacheh ha tenuto insieme l’intero racconto musicale, dando valore ad ogni sezione senza mai sovraccaricare l’equilibrio timbrico e, anzi, sviluppando con leggerezza espressiva la trama del racconto di come Pierino cattura e neutralizza il lupo che ingoia intera l’anatra turbando l’idilliaca serenità del paesaggio fino all’arrivo dei cacciatori. Dal canto suo Andrea Pennacchi, al debutto in questo classico dell’infanzia (e nel ruolo di voce recitante con orchestra), veste i panni del narratore con sapienza teatrale che, con pochi tratti ben calibrati, gli fanno disegnare ogni personaggio con umanità e ironia, regalando alla favola un tocco affettuosamente dissacrante.
Il pubblico di giovanissimi e adulti molto partecipe saluta festosamente Pennacchi, il direttore Khachech e tutte le sezioni dell’Orchestra di Padova e del Veneto, la vera protagonista di questa intramontabile favola sinfonica.
Valore pedagogico dell’ascolto a parte, questo progetto ha visto anche il coinvolgimento in orchestra di dieci studenti dai Conservatori del Veneto accanto agli orchestrali professionisti dell’Orchestra di Padova e del Veneto, grazie al sostegno dell’Associazione Amici dell’OPV. Un esempio concreto e lodevole di come questo piccolo classico dell’infanzia possa farsi strumento non solo del pubblico futuro ma anche dei professionisti della musica di domani.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
L’opera di Gorge Benjamin in forma semiscenica all’Accademia di Santa Cecilia
Successo pieno per Der junge Lord di Henze su libretto di Ingeborg Bachmann al festival del Maggio Musicale Fiorentino con la direzione di Markus Stenz e la regìa di Daniele Menghini