Otello: dove sei?

Spettacolo tutto sommato riuscito. L'orchestra inizialmente disorientata ha poi restituito una prova più che buona. Eccellente l'interpretazione della Thedossiou, buona quella di Bruson, mediocre Otello. Troppi intervalli.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Giuseppe Verdi
26 Marzo 2002
Ritornando al PalaFenice dopo tanto Malibran si resta in principio un po' spiazzati per quanto riguarda l'acustica, specie quando si è investiti dalla apertura di un "Otello" verdiano. Inizialmente, dunque, si è avuto la sensazione della presenza di due grosse masse, coro e orchestra, che dialogavano, si incastravano a fatica. L'orchestra, in particolare, è sembrata nel primo atto un amalgama indistinto, poco compatta. Dal secondo atto in poi, invece, le cose sono andate via via crescendo in qualità e precisione, fino al raggiungimento di un'esecuzione molto buona. Uniforme dall'inizio alla fine, al contrario, è stata la prova dei cantanti. Dei tre pilastri dell'opera proprio Otello ha dato segni di grave cedimento: Vladimir Galouzine ci ha restituito un personaggio senza un'identità forte, vocalmente poco duttile, monocorde, probabilmente per problemi tecnici o di salute sforzava molto negli acuti. Peccato soprattutto per i duetti: quelli con la Desdemona di Dimitra Theodossiou, che invece ci ha deliziato con il suo timbro limpido, con la sua interpretazione estremamente poetica, tra i due sposi non poteva scattare nessun feeling, e questo è andato tutto a danno della macchina teatrale che dal loro amore/odio trae energia. Anche i duetti con Jago, presentato molto bene da Renato Bruson, non hanno convinto: è decisamente mancato un Otello sulla scena. Molto discutibile la scelta di inserire un intervallo di circa trenta minuti tra un atto e l'altro, l'eccessiva frantumazione che si è venuta a creare ci ha fatto assistere ad un melodramma in pillole. Tre intervalli per un totale di un'ora e mezza di andirivieni della gente sono serviti per realizzare i cambi di una scenografia elaborata e sfarzosa, ma, in definitiva inutile ai fini della riuscita dello spettacolo, perché, comunque, molto tradizionale e priva di intuizioni innovative. Tutto esaurito per una serata abbastanza riuscita.

Note: allestimento del Teatro San Carlo di Napoli

Interpreti: Galouzine/Gabriel Sadé; Desdemona: Dimitra Theodossiou/Tamar Iveri; Jago: Renato Bruson/Ambrogio Maestri

Regia: Alberto Fassini

Scene: Mauro Carosi

Costumi: Odette Nicoletti

Coreografo: Marta Ferri

Direttore: Marcello Viotti/ Giusseppe Marotta

Maestro Coro: Guillaume Tourniaire

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