Omaggio a Vedova
Venezia: a dieci anni dalla scomparsa del pittore
Recensione
classica
L'energia prorompente di Emilio Vedova si nutre anche della frequentazione con alcuni dei massimi protagonisti dell'avanguardia musicale. A dieci anni dalla scomparsa del pittore la Fondazione Vedova produce una serie di eventi che esaltano la vastità della sua curiosità intellettuale, sottolineata dal presidente Alfredo Bianchini. A inaugurare le manifestazioni, che si protrarranno per tutto il 2016, un avvincente concerto del Quartetto Minguet con Monica Bacelli, il primo di un ciclo impaginato con raffinatezza da Mario Messinis. Se nell'Omaggio a Emilio Vedova per nastro magnetico Nono sintetizza la tensione conflittuale che anima la complessa dialettica del linguaggio vedoviano, svelandone la polispazialità e l'impeto sperimentatore, nelle liquidità del Gesang der Jüngliche di Stockhausen ritroviamo eco di quel plasma coscienziale che anima le creazioni del pittore. Ma è soprattutto nel Geste zu Vedova per quartetto d'archi di Wolfgang Rihm, presentato in prima assoluta, che la vicinanza linguistica diventa appassionata adesione poetica. L'esplosività tellurica dei gesti pittorici si traduce in potente intelaiatura ritmica dal cinetismo travolgente, accesa di luce nei tremoli e negli squarci che smagliano una scrittura organica ma estremamente indipendente nelle quattro parti. Autonomia contrappuntistica che si ritrova anche nel Quartetto op. 10 di Schoenberg, inquieto capolavoro giovanile proteso alle celestiali intuizioni dei movimenti estremi sui versi di George, affidati alla voce suadente, vibratile e visionaria di Monica Bacelli, interprete dalla straordinaria classe esecutiva.L'intensa lettura di Density di Varèse, affidata al giovane Andrea Vecchiato, e la proterva esecuzione della Grande Fuga beethoveniana hanno chiuso una serata memorabile.
Interpreti: Quartetto Minguet, Monica Bacelli, Andrea Vecchiato
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