"O Germania, pallida madre"
La prima messa in scena del "Deutsches Miserere"
Recensione
classica
La sfida registica di Dietrich Hilsdorf di rappresentare scenicamente l´Oratorio "Deutsches Miserere" è ben riuscita. In silenzio, passeggiando per una decina di minuti su una passerella che dalla platea finisce direttamente sul palco, appaiono i coristi dell´Opera di Lipsia, abbigliati con costumi grigi senza tempo e senza stile. Poi finalmente inizia la musica sui versi di Brecht “Deutschland, bleiche Mutter” (“Germania, pallida madre”). La preghiera di penitenza e di dolore non ha una vera e propria azione. La scena, dice il regista, è «un incrocio di vie a Harz, tra le cittá di Schierke e di Elend, in cui si incontrano i fantasmi del passato». Sulla scena una stanza, sulle cui parete sono affisse le immagini degli scomparsi, e percorsa da dei binari. Il regista Hilsdorf non vuole concentrare la sua sceneggiatura troppo sulla dittatura nazista, ma nemmeno vuole attualizzarla. «Il pubblico deve riflettere e leggere i versi di Brecht nei sovratitoli», continua il regista. Questo oratorio ha dovuto aspettare ben 64 anni prima di essere messo in scena. Ora è il suo momento. Forte la scena in cui il popolo rende la “pallida madre”, interpretata da Gabi Dauenhauer, il capro espiatorio, volendole reinfilare brutalmente nel grembo materno il pupazzo che raffigura Hitler.
“Deutsches Miserere” vuole essere una preghiera di pentimento, di scusa per ciò che è stato fatto; ciò che forse in parole ed in musica non si riesce ad esprimere, viene ben rappresentato dal teatro. 10 minuti di applausi.
Interpreti: Katja Beer, Karin Lovelius, Dan Karlström, Peteris Eglitis, Gabi Dauenhauer
Regia: Dietrich W. Hilsdorf
Scene: Dieter Richter
Costumi: Renate Schmitzer
Orchestra: Leipzig Gewandhaus Orchestra
Direttore: Alejo Pérez
Coro: Oper Leipzig
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