Noseda e Santa Cecilia a Mito

Milano: da Widmann a Mozart

Gianandrea Noseda
Gianandrea Noseda
Recensione
classica
Conservatorio Verdi, Milano
Noseda, Accademia Nazionale di Santa Cecilia
15 Settembre 2024

Sala Verdi del Consevatorio di Milano piena zeppa per il concerto di MiTo con l'orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia. Su podio Gianandrea Noseda che in apertura ha proposto un singolare brano di Jörg Widmann, compositore tedesco (1973), Con brio ispirato a detta dell'autore alla Settima e Ottava sinfonia di Beethoven. L'agnizione è quasi immediata grazie alle tracce scherzose sparse qua e là, ma poi si è maggiormente attratti dall'accumulo delle cellule sonore, ciascuna con una propria identità, che volteggiano come falene impazzite. Anche i brevi accenni a frasi melodiche s'interrompono bruscamente. Si ha quasi l'impressione di un puzzle sonoro stralunato, che si prende beffe anche di se stesso, insomma un ascolto senz'altro da ripetere. 

A seguire il concerto per due pianoforti K 365 di Mozart con solisti Jan Lisiecki e Francesco Piemontesi (risentiremo quest'ultimo a febbraio nel Secondo di Liszt con la Filarmonica della Scala). L'intesa fra i due è stata ovviamente il punto di forza dell'esecuzione, che ha tuttavia dato l'impressione di una eccessiva mole sonora. Già i pianoforti erano totalmente scoperchiati, per di più Noseda ha chiesto all'organico una veemenza eccessiva, rispetto all'abittuale ascolto riservato e cameristico di Mozart. Al termine del concerto, salutato con lunghi applausi, i pianisti hanno risposto con due bis: l'ultima delle Danze slave di Dvorak (op. 46, n. 8) col pianoforte a quattro mani e coi due pianoforti gli arpeggi sulla melodia del primo violoncello dell'orchestra nel Cigno dal Carnevale degli animali di Saint-Saëns.

Nella seconda parte della serata, il direttore ha dato una vigorosa lettura della Quinta di Beethoven, che non ha riservato sorprese, ma la conferma di quale controllo sia capace Santa Cecilia, che anche nei fortissimi offre contorni precisi in ogni sezione, senza mai una sbavatura. A fine concerto, salutato con grande entusiamo, come bis inatteso l'ouvertute del Flauto Magico di Mozart, che ha permesso a Noseda di imprimervi grande magnificenza sonora, un po' a discapito del mistero richiesto da Mozart.

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