L'Olimpiade, ovvero La rivincita di Vivaldi
Recensione
classica
Sembra che siano passati anni luce da quando Charles Rosen scriveva candidamente che mai si sarebbe potuto rappresentare un'opera di Haendel in epoca moderna perché il pubblico non avrebbe sopportato una drammaturgia fondata sull'aria. I fatti hanno dimostrato il contrario. E quello che è ormai da qualche tempo prassi per le opere haendeliane si sta progressivamente estendendo al più ampio repertorio barocco. È il caso di Vivaldi. Ancora oggi essenzialmente associato alla produzione strumentale, il "Prete rosso" resta pure un prolifico compositore di opere (94 secondo lo stesso autore che forse esagerò, ma non di molto, il catalogo). Ecco allora che la casa discografica francese Opus 111/Naïve su un arco temporale di quindici anni prevede l'incisione di più di cento dischi, in cui titoli lirici e strumentali si alternano armoniosamente. L'Olimpiade costituisce la prossima uscita: in ottobre. Rinaldo Alessandrini ha inciso l'opera vivaldiana a Roma prima di prendere il volo per il Festival di Beaune dove l'ha proposta al pubblico. Certo, un lavoro attentissimo sulla partitura e sul testo salutato trionfalmente dagli spettatori della cittadina borgognona consacrata in luglio ai piaceri della musica barocca. Grazie ad Alessandrini, la partitura vivaldiana ritrova l'esuberanza e la vitalità originarie. Sono complici gli ottimi musicisti del Concerto Italiano. La lettura di Alessadrini mette in luce il principio estetico fondamentale dell'epoca, quello del chiaro-oscuro: il direttore d'orchestra romano accentua i contrasti (di dinamica, di agogica, di colore...) a cominciare dal tessuto orchestrale affrancato dal ruolo di "accompagnemento" di voci. Nella tipica aria a contenuto marinaresco "Siamo navi all'onde algenti" i violini rendono, a pari titolo della voce, l'impeto dei flutti. I cantanti convincono e conquistano. A dispetto di un'acustica ingrata. Sara Mingardo (che questa sera il publico di Beaune ritrova in un recital insieme ad Alessandrini questa volta al solo clavicembalo, in un programma di cantate di Vivaldi e di Haendel) ha potuto sfoderare la sua ricca paletta di colori: ne ha dato prova nell'aria "Mentre dormi" (I, 8), il cui virtuosismo non si affida all'agilità, ma all'espressione. Bravissima il mezzo soprano Sonia Prina che subito rivela tutte le potenzialità tecniche nell'aria "È troppo sicuro" (I, 6), specialmente nella ripresa della parte A, infarcita di ornamentazioni vocali secondo il gusto dell'epoca. Riccardo Novaro, nel ruolo di Clistene, è perfettamente autorevole. Più di tre ore di musica, quasi in no stop, sono regalate al pubblico entusiasta del Festival di Beaune da Alessadrini. Se qualche naso si storce è per la scelta di sopprimere i recitativi semplici, sostituiti da una voce recitante. Difficile fare altrimenti per ragioni di tempo. Anche se con questi artisti gli orologi si erano come fermati.
Interpreti: Sara Mingardo (Licida), Roberta Invernizzi (Megacle), Laura Giordano (Aminta), Mariana Kulikova (Argene), Sonia Prina (Aristea), Ricardo Novarro (Clistene), Sergio Foresti (Alcandro)
Orchestra: Orchestra Concerto Italiano
Direttore: Rinaldo Alessandrini
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