La grazia gentile di Andrea Motis
Il quintetto della giovane artista catalana al Museo del Violino per Cremona Jazz
Animata da una grazia gentile che ha segnato gli sguardi e i cenni scambiati con i componenti del suo quintetto, la ventiduenne catalana Andrea Motis ha conquistato sabato scorso il numeroso pubblico raccolto all’auditorium Arvedi in occasione del terzo appuntamento di Cremona Jazz, edizione 2018.
Preceduta dall’esibizione dei Two Late, originale duo formato da Alberto Gurrisi (organo Hammond) e Laura Klain (batteria), che ha accompagnato l’ormai consolidata anteprima musicale denominata AperiJazz, la Motis è stata protagonista di un concerto segnato da un clima di un gradevole equilibrio, giocato tra standard e titoli originali. Brano dopo brano abbiamo potuto seguire il rodato interplay espresso da questo quintetto composto da Ignasi Terraza al pianoforte, Josep Traver alla chitarra, Miguel Artigas al contrabbasso e Esteve Pi Ventura alla batteria, oltre naturalmente alla stessa artista di Barcellona alla voce e alla tromba. Formata alla musica jazz nell’ambito della Municipal School of Music of Sant Andreu sotto la guida di Joan Chamorro, Andrea Motis per quasi dieci anni ha fatto parte dell’ensemble giovanile Sant Andreu Jazz Band, con il quale ha registrato otto dischi e suonato con musicisti di varia estrazione internazionale.
Sulla scorta dei riscontri ottenuti da Emotional Dance, ultima fatica discografica realizzata da titolare per l’etichetta Impulse! e uscita lo scorso anno, la Motis si è presentata anche in questa occasione alternando il canto agli interveti della sua tromba. Una dualità espressiva, quella della Motis, che ha evidenziato una più efficace confidenza con l’interpretazione vocale rispetto agli interventi strumentali, i quali hanno rivelato un modo di suonare la tromba piuttosto prudente, nel tracciare i frammenti melodici dei diversi momenti solistici. Una caratteristica che ha spostato l’attenzione sul suo canto, vestito da una voce piacevolmente espressiva, capace di offrire apprezzabili interpretazioni di brani celebri quali, per esempio, “Besame mucho”, o ancora di evocare morbide atmosfere sudamericane, fino a fare tappa nel panorama popular contemporaneo del suo paese.
Una duttilità stilistica che ha raccolto l’apprezzamento del pubblico presente, che alla fine ha salutato con applausi generosi la Motis e i musicisti che l’hanno affiancata.
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