La Fil al centro del Novecento
Adam Hickox ha diretto la Filarmonica di Milano in pagine di Ligeti, Stravinskji e Schönberg
La Fil, Filarmonica di Milano, l'orchestra nata per volontà di Luca Formenton e affidata alla direzione artistica del maestro Marco Seco, ha svolto a maggio un'intensa attività presso il Mudec di Milano, in concomitanza con la mostra "Dali, Magritte, Ma Ray e il Surrealismo". Ed è a quest'ultimo che si è ispirata per proporre nelle sale del museo cinque incontri con brani di Stravinkji, Varèse, Ravel, Antheil, Šostakovič, Gabriel Prokofiev.
Pezzo forte è stato però il concerto al Teatro Studio Melato, diretto da Adam Hickox, con l'organico quasi al centro della sala circolare. In programma Mysteries of the Macabre di György Ligeti, Dumbarton Oaks di Igor Stravinskji e la Kammersymphonie n.2 op.38 di Arnold Schönberg.
Le tre arie di Ligeti dall'opera Le grand Macabre, nell'arrangiamento di Elgar Howarth per tromba al posto del soprano, evocano il rapporto confidenziale del poliziotto Gepopo in cui si avverte il Principe Go-Go che il pianeta di Brueghelland sta per essere distrutto da una cometa; si tratta di un brano musicalmente folle, ma di ferrea struttura, su una scarica di nonsense (quando c'è il testo cantato, storica l'edizione con Barbara Hannigan diretta da Simon Rattle), che ben si adatta al ciclo della Fil sul "Surrealismo e il suo tempo" e che ha contaminato di buon umore il pubblico. Cosa rara in un concerto. Nonostante le brevi presentazioni ai tre brani del maestro Seco, sono rimasti non pochi interrogativi sui reali interessi musicali della storica avanguardia (di cui nessuno dei compositori ha fatto parte, Ligeti anche per una questione generazionale), ma è risultata chiara la volontà dei tre di misurarsi con la tradizione e di infrangerla.
L'esecuzione del concerto grosso di Stravinskji e della sinfonia di Schönberg, tornato per una volta alla tonalità, è stata impeccabile per precisione. Hickox infonde sicurezza come energia ed è risultata vincente anche la prassi della Fil di riunire gli strumentisti più adatti per ogni singolo progetto perché rinnova ogni volta il loro entusiasmo.
A giugno la Fil col suo direttore Marco Seco si sposterà a Parma dove, il 20 e il 21 giugno all'Arena Shakespeare della Fondazione Teatro Due, sarà impegnata nelle musiche di scena originali per Peer Gynt (non le due suites). Lo spettacolo di prosa è firmato da Daniele Abbado, col monumentale testo di Ibsen ovviamente ridotto e gli stessi attori e orchestrali impegnati nei passaggi cantati. In autunno la Fil riprenderà poi la seconda parte del programma "Musica nei quartieri" in collaborazione col MaMu Cultura Musicale-Aps, dedicato a giovani strumentisti dai 15 ai 21 anni che suoneranno con dei professionisti. A riprova che fra le caratteristiche non secondarie della Fil c'è la costante ricerca di un nuovo pubblico.
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