La denuncia di Dead Man Walking
Al Teatro Real di Madrid un coinvolgente allestimento di Dead man walking di Jake Heggie, convertitasi in opera/denuncia contro la pena di morte.
Un’opera come Dead Man Walking arriva a Madrid portandosi dietro tutta una serie di dibattiti sul tema della pena di morte; in più, con la presenza, alle conferenze stampa ed alla prima, dello stesso personaggio, che è stato protagonista e che ha portato alla luce questa vicenda, la monaca Helen Prejean. Un’opera contemporanea connotata fortemente dai suoi contenuti, i quali, inevitabilmente, vengono qui, questa volta, prima della musica. Il libretto, di forte impatto e di grande forza emotiva, non è infatti il pretesto per costruire un’opera musicale ma, al contrario, qui è la musica che, come in un film, è al completo servizio della narrazione, che, non a caso, inizia e finisce con azioni sceniche senza musica: quella dell’atroce delitto e quella, altrettanto atroce, dell’esecuzione della condanna. Se la musica di Jake Heggie, fortemente influenzata dai modelli bernsteiniani, si caratterizza per una scrittura orchestrale di notevole perizia, ricchezza timbrica, pulsività ritmica e ampi slanci lirici, il canto è forse la parte meno interessante della sua scrittura, senza arie e che si articola spesso come una sorta di melologo. Non mancano momenti corali di grande forza e clangore timbrico così come duetti e concertati di incalzante emotività, così come suggestive evocazioni blues, della tradizione folk americana e citazioni di Elvis Presley. La direzione musicale di Mark Wigglesworth è improntata fin dall’inizio a conferire alla narrazione questa forte enfasi drammatica, con una ritmica e colori orchestrali fortemente marcati. Pregevole la regia che riesce ad attanagliare emotivamente con un’attenta conduzione dei ruoli attorali, primi fra tutti quella della protagonista, perennemente sulla scena, un’ottima e coinvolgente Joyce Di Donato, e Michael Mayes, nel ruolo del condannato. Oltre I due protagonisti, perfettamente a loro agio anche sul piano vocale è da segnalare la prestazione di Measha Brueggergosman, nel ruolo di Sorella Rose, di particolare brillantezza. Pubblico partecipe e concentrato che, alla fine, ha acclamato con un crescendo di applausi tutto il numeroso cast, fino ad una vera e propria ovazione per la Di Donato e Mayes.
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