Il velo delle apparenze

Lettura graffiante di Michieletto per Il Paese del sorriso di Lehár al Verdi di Trieste

Recensione
classica
Festival dell'Operetta Trieste
26 Giugno 2014
La luna piena e il velo bianco su cui alza il sipario sintetizzano la lettura provocatrice de Il paese del sorriso, operetta appartenente alla tarda produzione di Franz Lehár, in scena al Verdi di Trieste. Per Damiano Michieletto, che curò nel 2008 il primo allestimento, ora ripreso dalla sua assistente Eleonora Gravagnola, il plenilunio incarna l’idealizzazione romantica dell’amore e della bellezza mentre il velo la rete delle apparenze che imprigionano l’espandersi del sentimento, fondato sul rispetto dell’altro. Il telo copre uno stesso oggetto scenico, ideato da Paolo Fantin, una collina che funge ora da campo di golf, espressione della civiltà occidentale, ora da semiluna, simbolo dell’amore e del cuore umano, ora da lanterna, emblema del Celeste Impero. L’interpretazione graffiante a tratti caricaturale del regista veneziano infrange ogni sentimentalismo per snudare la cultura conformante incarnata da Tschang (il bravo Gualtiero Giorgini) ma anche la sterilità di passioni che non sanno imporsi e innovare. Lo sguardo critico rende la nostalgia più acre e la Vienna del 1912 diventa lo specchio del nostro tempo, incapace di quel coraggio deflagrante richiesto dagli ideali più nobili. Dietro al sorriso, non solo orientale ma anche occidentale, muoiono così i nostri sogni. La coppia romantica formata da Lisa (l’elegante Ekaterina Bakanova) e Sou-Chong (affidato all'appassionato Alessandro Scotto di Luzio) s’incrocia con quella comica di Mi (l’effervescente Ilaria Zanetti) e il Conte Gustav (il vivace Andrea Binetti). Antonino Fogliani dirige con cura l’orchestra triestina, nonostante qualche mancanza di equilibrio fonico con il cast vocale. Successo caloroso anche per coro, corpo di ballo e attori (in particolare per Simone Faucci, irresistibile capo degli eunuchi).

Interpreti: Lisa: Ekaterina Bakanova il Principe Sou- Chong: Alessandro Scotto di Luzio Mi: Ilaria Zanetti il Conte Gustav von Pottenstein: Andrea Binetti Lore: Adele Amato de Serpis Sua Eccellenza Hardegg: Sara Alzetta Tschang: Gualtiero Giorgini Capo degli eunuchi: Simone Faucci Fu-Li: Adriano Giraldi

Regia: Damiano Michieletto- Eleonora Gravagnola

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Silvia Aymonino

Corpo di Ballo: Imperfect Dancers

Coreografo: Sanghya Nagaraja

Orchestra: Orchestra della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste

Direttore: Antonino Fogliani

Coro: Coro della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste

Maestro Coro: Paolo Vero

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