Il signore dell'anello

Ironia ed inventiva caratterizzano il vivace approccio di Keith Warner, nella nuova produzione del Rhinegold al Covent Garden

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Richard Wagner
18 Dicembre 2004
Dall'oscurità la luce: così apre la nuova produzione del ciclo wagneriano al Covent Garden, in un teatro oscurato dove pian piano appare una fiammella che si espande tramite proiezioni ortogonali di luce a rivelare le figlie del Reno. L'uso della luce proiettata è una costante che si ritrova tra i cambi di scena e anche durante l'azione, ad arricchire le splendide scenografie di Stefanos Lazaridis: una lussuosa mansarda osservatorio per gli dei, il laboratorio di uno scienziato pazzo, Mime, che sottomesso da Alberich ha lobotomizzato tutti i Nibelunghi, divenuti un gruppo di morti viventi. La produzione di Keith Warner è intelligente, ironica, teatrale, piena di idee e di dettagli che si traducono visivamente con successo: Fricka lavora a maglia, Alberich grazie alle figlie del Reno diventa un imprenditore con tanto di cravatta e panciotto, il Tarnhelm è un cubo di Rubik trasparente, Freia è stata per lo meno molestata da Fasolt. Gli dei sono un gruppo di aristocratici viziati, in lussuose vesti da camera ottocentesche, dediti solo al proprio piacere: quando Donner tenta di esercitare il proprio potere è solo patetico. Tra i protagonisti giganteggia il Loge spiritello selvaggio di Philip Langridge, che con la sua apparizione ravviva il ritmo drammatico grazie ad un linguaggio corporeo di esuberante vivacità ed ad un accurato uso del testo, ma tutto il cast si rivela ottimo, dall'Alberich di Günter von Kannen al Fasolt di Franz-Josef Selig al Mime di Gerhard Siegel, e al Wotan di Bryn Terfel. Antonio Pappano dirige con convinzione un'orchestra che sembra faticare a scaldarsi ma che si redime nel corso della serata. E come per le migliori soap opera si lascia il teatro con un bruciante desiderio di sapere cosa succederà la prossima puntata.

Note: nuovo all.

Interpreti: Wotan: Bryn Terfel Donner: James Rutherford Froh: Will Hartmann Loge: Philip Langridge Fasolt: Franz-Josef Selig Fafner: Philip Ens Alberich: Günter von Kannen Mime: Gerhard Siegel Fricka: Rosalind Plowright Freia: Emily Magee Erda: Jane Henschel Woglinde: Sarah Fox Wellgunde: Heather Shipp Flosshilde: Liora Grodnikaite

Regia: Keith Warner

Scene: Stefanos Lazaridis

Costumi: Marie-Jeanne Lecca

Orchestra: Orchestra della Royal Opera House

Direttore: Antonio Pappano

Coro: Coro della Royal Opera House

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo