Il Papa dalla Scala alla tv
Maleducazione e ignoranza musicale
Recensione
classica
Tramessa da Raitre, con le riprese a cura del Centro Televisivo Vaticano, la diretta del concerto in onore del Papa alla Scala (con Barenboim sul podio) comincia nel migliore dei modi: un'annunciatrice, assai carina, brunetta, spiega che saremo collegati col teatro dove verrà eseguita la Nona di Beethoven diretta dal maestro Riccardo Muti. Difficile pensare a una papera, perché la signorina ha tutta l'aria di non ragionare con la sua testa, ma d'aver imparato a memoria un testo redazionale. Qualche aggiornamento sarebbe auspicabile.
Poi compare l'intera sala del Piermarini, presto limitata in inquadrature di sedie vuote di orchestrali ancora assenti. Dopo di che lo speaker ufficiale, nel palco di proscenio di sinistra con un sacerdote, spiega l'amore di Benedetto XVI per la musica. Ecco che entra il cardinal Bertone, segretario di Stato, che in queste ore potrebbe essere oggetto di curiosità per gli appassionati di intrighi vaticani, ma lo s'intravede per un attimo perché la telecamera passa su un leggio dov'è appoggiato uno spartito. Segue l'entrata degli alti prelati. L'epifania del Papa è seguita fin dal foyer, col sovrintendente Lissner che non sa se passare per primo per fargli strada o stargli alle calcagna. Tutto bene, seguiamo la sistemazione in platea dei cardinali e di Benedetto XVI e rimaniamo in attesa. Breve e doveroso intervento di Lissner dal palco con un pensiero alle famiglie colpite dal terremoto in Emilia.
Entra Barenboim e dà l'attacco. Da questo momento non c'è inquadratura che illustri quanto viene eseguito. La fila dei legni vista di lato o quella degli ottoni si alternano sia che stiano suonando sia che siano in pausa. Particolari della testa di un violoncellista specie quando inoperoso, mentre compare spesso una graziosa violinista dell'ultima fila che probabilmente emette due note durante i pieni d'orchestra. Il peggio succede nel quarto movimento perché l'attacco di René Pape concide con la faccia di una viola che sorride all'idea di poter presto intervenire; spesso viene anche inquadrata la corista alla destra del soprano Anne Schwanewilms, mentre molti passaggi del coro si riducono alla testa calva di uno dei suoi membri.
Al termine dell'esecuzione, il Papa che si è alzato in piedi ad applaudire, imitato da tutta la platea, sale sul palco e parla al microfono, sistemato ad hoc da padre Georg. Ricorda la storica riapertura della Scala con Toscanini che batte le mani nella sala vuota per controllarne l'acustica, poi si addentra in alcune breve analisi musicali della Nona. Dato l'inconsueto oratore, potrebbero destare l'interesse dell'ascoltatore televisivo, ma sul più bello la voce di Sua Santità svanisce e ricompare lo speaker nel palco di proscenio che annuncia la fine del collegamento.
A parte la mala educazione dell'interruzione, che ci fa passare di botto a una pubblicità di mutandine e reggiseni, c'è da aggiungere la mala informazione giornalistica e la pessima regia televisiva. Costerebbe troppo affiancare al responsabile incolto un consulente musicale che lo avvisi cosa sta per ascoltare in modo da ottenere qualche inquadratura ragionevole?
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