Il nero si addice a Lohengrin

Alla Monnaie di Bruxelles secondo Altinoglu e Py

Lohengrin
Lohengrin
Recensione
classica
Monnaie di Bruxelles
Lohengrin di Wagner
21 Aprile 2018 - 06 Maggio 2018

Musica diretta meravigliosamente da Alain Altinoglu, aspettative confermate per Eric Cutler nella parte di Lohengrin, cori compatti e d’effetto, macchina di scena imponente e molto elaborata, così come la regia di Olivier Py che firma, per sua stessa ammissione, l’allestimento più nero da lui mai realizzato, scuro non solo nei colori ma per il soggetto che prefigura l’ascesa e la caduta del nazismo. Il regista ha sentito, infatti, il bisogno, prima dell’inizio della rappresentazione, di parlare alla sala per evitare fraintendimenti, spiegando che il suo non è un allestimento nazionalista ma sul nazionalismo, che Hitler è imperdonabile e pure Wagner da un punto di vista politico, che la sua è una messa in scena molto intima di un’opera che lo ha fatto molto riflettere e che attendeva da una vita di realizzare. Attesa di un ulteriore anno a causa del prolungamento dei lavori di ristrutturazione della Monnaie, ma che infine ha potuto concretizzarsi nel palcoscenico tutto nuovo e altamente performante del teatro. L’ambiente, scene e costumi firmati da Perre-André Weitz, mescola medioevo e modernità, un’alta impalcatura a semicerchio rotante che da una parte rivela mura bombardate con vetrate brecciate, dall’altro un teatro dove il coro prende posto nei palchi e i protagonisti giocano, nella scena sulla scena, le loro parti, il tutto rischiarato dalle belle luci fredde di neon di Bertrand Killy. Un altro fondale restringe lo spazio e suggerisce montagne, l’impalcatura si trasforma poi in un contenitore di simboli dove i personaggi vagano come sperduti, scritte e disegni aggiungono indicazioni che stratificano la lettura dell’opera, il duello si trasformerà in una partita a scacchi. L’entrata in scena del tenore Eric Cutler, americano che vive in Germania, al debutto nel ruolo, è di quelli che si fa ricordare: incarna perfettamente l’eroe, alto, voce dal bel timbro e di buona potenza ma che sa modularsi soavemente nei toni dolci dell’amore per Elsa, interpretata dalla svedese Ingela Brimberg, voce un po’ scura per la delicata Elsa ma tecnicamente irreprensibile. Egualmente ha ben fatto tutto il resto del cast, si è fatta pure notare in particolare il soprano russo Elena Pankratova nella parte della bugiarda Ortrud, dall’interpretazione ricca di colori e presenza in scena sicura e trascinante. Quattro ore e mezzo, in conclusione, molto ricche visivamente e godibilissime da un punto di vista musicale. 

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