Il Cavaliere della Rosa secondo Franz
Trionfale chiusura della stagione dell'Opernhaus di Zurigo con l'ottima direzione di Franz Welser-Möst
Recensione
classica
Con una nuova messinscena de "l cavaliere della rosa" si è chiusa trionfalmente la stagione dell'Opernhaus di Zurigo, grazie suprattutto ad una direzione musicale in un vero e proprio stato di grazia. Pur rimandendo molto fedele alla partitura, Franz Welser-Möst ha dato una lettura del testo molto personale, accentuando l'opulenza della scrittura orchestrale e i tratti malinconici di un'opera sempre in bilico tra voluttuosa vitalità e un malinconico senso di caducità. Questa dialettica ha trovato una riuscita corrispondenza nella messinscena di Sven-Eric Bechtolf, che ha situato l'azione in uno stilizzato Settecento dai contorni astratti e quasi gelidi. Molti sono i simboli che richiamano un senso della morte incombente: una Marescialla che già alla fine del primo atto sembra invecchiata nel suo incedere stanco, il vecchio uomo in livrea che accompagna Ottaviano portando la rosa, gli scheletri che accompagnano l'azione del terzo atto. E di simboli figurativi di altro tipo la messinscena non manca, come per esempio nel caso del cantante che appare nel primo atto come un automa che muove gli scacchi, o i servitori nel terzo atto, vesiti da insetti (in riferimento ad una frase del barone Ochs che li definisce "maggiolini").
Sul versante cantanti, un cast prestigioso che ha mantenuto tutte le promesse: Nina Stemme è stata una Marescialla a dir poco folgorante, musicalmente sicura ed espressiva, dal timbro giovanile, ma nello stesso tempo maturo, brava soprattutto ad accentuare il processo di 'congelamento' che la protagonista vive nel corso dell'opera. Vesselina Kasarova, al suo debutto come Ottaviano, sicura nella tessitura acuta e forbita nel fraseggio, ha mostrato una straordinaria duttilità nel dar corpo ad un giovane personaggio maschile che fino alla fine mantiene la sua vitalità fanciullesca. Bravo e misurato Muff come Ochs e di tutto rispetto la Sofia di Malin Hartelius.
Grande successo di pubblico, con grandi applausi al direttore.
Interpreti: Stemme, Muff, Kasarova, Haunstein, Hartelius
Regia: Sven-Eric Bechtolf
Scene: Rolf Glittenberg
Costumi: Marianne Glittenberg
Direttore: Franz Welser-Most
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