Dopo un lungo periodo senza la possibilità di scrivere per il teatro, durante il servizio/schiavitù per l'arcivescovo Colloredo a Salisburgo, Mozart nel 1780 riceve la commissione (ed il permesso) di scrivere un'opera per il nuovo Elettore di Baviera, Carl Theodor, un amante delle arti, ed in particolare della musica, che aveva portato con sé a Monaco da Mannheim la sua orchestra, famosa in tutta Europa, e la sua cappella musicale. Mozart conosceva bene questi musicisti, e conosceva anche i gusti dell'Elettore, che in fatto di teatro aveva una preferenza per il modello francese, con grandi cori e balletti. La struttura di Idomeneo quindi non risponde al tradizionale modello dell'opera seria, ma è un ibrido che ha creato non pochi problemi alla fortuna del lavoro (non aiutato dal fatto che Mozart stesso aveva effettuato considerevoli tagli per la prima a Monaco, contemplato una nuova versione in tedesco, mai realizzata, e riscritto la parte di Idamante per tenore per una esecuzione a Vienna). Di fatto, Idomeneo non viene mai eseguito nella sua interezza, e vari adattamenti e versioni si sono susseguiti, tra cui uno di Richard Strauss nel 1931, fino ad una famosa produzione a Glyndebourne nel 1951, diretta da Fritz Busch, che ha segnato il definitivo ritorno del lavoro nel canone. Per la sua nuova produzione a Glyndebourne tuttavia Peter Sellars ha deciso di mantenere il lavoro nella sua integrità, includendo ogni aria, ogni da capo, ed anche la musica del balletto finale (portando la durata dello spettacolo a quasi quattro ore). Le ragioni di tale scelta non sono chiare, in una produzione che si dimostra abbastanza discontinua e slegata. L'idea iniziale di ambientare l'azione nel contemporaneo conflitto in Iraq non viene perseguita fino in fondo, e per quanto convincente nel primo atto, perde totalmente di rilevanza nel corso dell'opera, lasciando l'azione scoperta in assenza di una struttura di riferimento visiva o drammatica (da questo punto di vista, le scene astratte dello scultore Anish Kapoor sono presso che inutili). Le danze sono affidate a due ballerini solisti (Sonja Kostich e Hans-Georg Lenhart) che fungono da doppi per Ilia e Idamante, commentando l'azione nelle loro arie, uno stratagemma non sempre vincente, specialmente nel finale, che si trascina nonostante la bellezza della musica e le splendide coreografie di Mark Morris. Per altri versi, la gestualità stilizzata e ieratica tipica di Sellars e la sua tendenza a coreografare crea dei momenti di grandissima intensità, in particolare nel quartetto del terzo atto, anche grazie ad un cast di eccezionali solisti, le cui performance drammatiche quasi superano quelle vocali, pure caratterizzate da grande intelligenza musicale e comprensione stilistica. Christiane Oelze è un'Ilia tenera e combattuta, mentre Anne Schwanewilms produce una caratterizzazione di Elettra scevra dall'isterismo che spesso accompagna questo personaggio, e padroneggia la tessitura quasi schizoide del ruolo con precisione e consistenza in un timbro di grande bellezza. Magdalena Kozena è convincente nel ruolo fanciullesco di Idamante, e la voce non ha problemi con il registro più acuto delle arie soliste, e Philip Langridge è semplicemente incomparabile in una performance di grandissima umanità ed intensità, che esaltano una intelligenza musicale e drammatica senza confronti. Simon Rattle dirige con impeto ma grande attenzione al dettaglio l'Orchestra of the Age of Enlightenment, che con il suo ensemble di virtuosi ha poco da invidiare all'orchestra di Mannheim, ed il coro di Glyndebourne contribuisce all'eccellenza del risultato musicale, tanto da rendere una incisione nel prossimo futuro con lo stesso ensemble più che auspicabile.
Interpreti: Idomeneo Philip Langridge; Idamante Magdalena Kozena; llia Christiane Oelze; Elettra Anne Schwanewilms; Arbace Peter Hoare; Gran Sacerdote Ian Caley; La voce di Nettuno Jonathan Lemalu
Regia: Peter Sellars
Scene: Anish Kapoor
Costumi: Mark Bouman
Orchestra: Orchestra of the Age of Enlightenment
Direttore: Simon Rattle / Louis Langrée (15, 18, 20, 26 July)
Coro: The Glyndebourne Chorus