Hélène non tanto selvaggia
Preceduta da un gran lavoro di ufficio stampa e dalla fama di enfant terrible della tastiera arriva a MiTo Settembre Musica Hélène Grimaud, un po' pianista, un po' scrittrice (il suo secondo libro, "Lezioni private", è fresco di stampa), un po' icona pop.
Recensione
classica
Preceduta da un gran lavoro di ufficio stampa e dalla fama di enfant terrible della tastiera arriva a MiTo Settembre Musica Hélène Grimaud, un po' pianista, un po' scrittrice (il suo secondo libro, "Lezioni private", è fresco di stampa), un po' icona pop capace di insufflare nel compassato pubblico del Lingotto qualche brivido di vero tifo da palasport. Quel che si ascolta però è piuttosto lontano dalle aspettative: poco suono e non sempre bello, vaghezza nel fraseggio, qualche pasticcio e una generale mancanza di personalità che finisce per restituire un Beethoven stranamente piatto e come privo di sostanza. Va detto che il Concerto n.5 non è probabilmente il repertorio adatto per fare emergere le qualità musicali di un'interprete di gusto introverso e intimista; il Vivace ma non troppo dalla Sonata op.109 eseguito come bis, peraltro, non è riuscito a fugare tutti i dubbi. La Staatskapelle di Dresda, orchestra di spessore e di esperienza, tenuta a freno dal neodirettore Fabio Luisi nel primo tempo si è scatenata nel secondo, con una scintillante versione del poema sinfonico Ein Heldenleben di Strauss e, a finire, l'Ouverture dall'Oberon di Carl Maria von Weber.
Interpreti: Hélène Grimaud, pianoforte
Orchestra: Staatskapelle Dresden
Direttore: Fabio Luisi
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classica
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln