Come suonava "Metropolis"
L'Orchestra Rai esegue la colonna sonora originale di Gottfried Huppertz
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Recensione
classica
Il progetto "Il suono delle immagini" è una bella collaborazione tra Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e Museo Nazionale del Cinema per festeggiare i 100 anni del kolossal "Cabiria" di Giovanni Pastrone (prodotto negli stabilimenti Ambrosio di una Torino allora Hollywood del muto): all'Auditorium Rai vengono proiettati capolavori del muto con concerto live dell'Orchestra. "Metropolis" di Fritz Lang (1927) viene riproposta in versione restaurata, lunga due ore e venti minuti, in una ricostruzione minuziosa favorita dal ritrovamento di una copia abbastanza completa della pellicola a Buenos Aires. Gioele Muglialdo ha diretto la partitura sterminata originale di Gottfried Huppertz, che a volte si liberava da zarathustrate alla Richard Strauss e si eccitava in mimesi di automazione non proprio futurista ma quasi quasi "industrial". Invece quasi sempre datava terribilmente la visionarietà simbolica di gran parte del film. Recenti sonorizzazioni come quelle electropop di Giorgio Moroder (con "Love Kills" di Freddie Mercury!) o techno di Jeff Mills davvero restano memorabili e tenevano svegli; lo schermo della proiezione digitale, dietro l'orchestra, non aiutava a "entrare" nella psichedelia del film, era una specie di mega-home theatre, e il rito è rimasto più filologico e storicizzante che emozionante. «Mediatore tra il cervello e le mani deve essere il cuore» prega la "santa" Maria, e qui c'era troppo cervello.
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