Charme e ironia da Parigi a Venezia

Al festival Le salon Romantique rivive il clima culturale del primo romanticismo francese

Recensione
classica
Palazzetto Bru Zane Venezia
17 Febbraio 2010
Un pubblico divertito e festoso ha accolto a Venezia, nel Palazzo Bru Zane, il concerto di inaugurazione del Festival Le Salon romantique, organizzato dalla Fondazione Bru. Charme, eleganza, ironia spumeggiante vibravano nelle interpretazioni dei tre giovani artisti che hanno voluto restituire non solo frammenti preziosi di un repertorio desueto, tratto da opéra-comiques e operette, ma soprattutto riportare alla luce il clima culturale che caratterizza il primo romanticismo francese. Emblematica l'interpretazione seducente di Katia Velletaz nell'Aria di Gabrielle, tratta da Les cen Vierges di Lecocq: nell'elogio a Parigi, ville enchanteresse, vibra in realtà l'esaltazione di una filosofia esistenziale che si nutre di plaisir et d'ivresse. Il soprano svizzero trascina per il timbro intenso e la varietà di accenti espressivi, esaltati dalla plasticità gestuale. Nel taglio scherzoso e ammiccante però si può cogliere un giudizio storico che prende aristocraticamente le distanze da ogni eccesso emotivo. Nell'aria di Morgiane di Lecocq e nell'aria di Antonia in Offenbach la Velletaz svela toni struggenti e una mirabile capacità costruttiva, che rende tesi e vibranti anche i silenzi. Nitore e lucentezza si colgono invece nel timbro soave di Kareen Durand, recentemente vincitrice della Voix d’Or e del Prix du Public al 41° Tournoi des Voix d’Or di Metz. Con nobiltà la Durand passa dall'ansia febbrile de Le Voyage dans la lune di Offenbach alla nostalgica malinconia di Maria ne La fille du regiment di Donizetti, per sfiorare nel candore di Varney l'emozione più trasfigurata della serata. Irresistibili i duetti da Offenbach, Chabrier e Isouard, sostenuti dal pianismo maturo di Frederic Rubay.

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